Il poeta del prossimo numero di Madrugada (in uscita a dicembre) è Choman Hardi, poetessa, scrittrice e traduttrice. La sue liriche sono state per la prima volta tradotte in Italia: “La crudeltà ci colse di sorpresa. Poesie dal Kurdistan", Roma Edizioni dell’Asino, 2017. Lo scorso settembre, Choman Hardi è stata ospite al FestivaLetteratura di Mantova.
Pubblichiamo un brano della bella introduzione di Paola Splendore che ne ha curato anche la traduzione e, a seguire, alcune sue poesie:
“Memoria personale e storia collettiva si intrecciano fittamente nei versi di Choman Hardi. Spesso intitolate semplicemente a un luogo, una data, un evento, le sue poesie raccontano di fughe, arresti e morti violente, disegnano la massa spettrale di villaggi scomparsi e campi di detenzione. La voce dei sopravvissuti, ora impietrita in un dolore senza tempo, ora straziata o rabbiosa, ci mette sotto gli occhi l’orrore del genocidio dei curdi, una realtà ancora poco conosciuta. Ma è l’adesione alla concretezza del quotidiano a imprimersi nella memoria, il senso del passato evocato nella sicurezza degli affetti familiari, nella bellezza di un paesaggio aspro e montuoso, nell’amore per gli oggetti perduti. Nello stupore per la perdita irrimediabile di quel mondo: “Nessuno avrebbe immaginato / questa fine. La crudeltà ci colse di sorpresa”.
Il mio paese
Lo porto con me in borsa ogni giorno
Nei libri sul genocidio –
Foto di fosse comuni, di leader impiccati,
bambini sfigurati da armi chimiche.
Lo porto nei miei ricordi di villaggi rasi al suolo,
sorgenti cementate, terra avvelenata,
rumori, aborti, sterilità.
Canto il mio paese per il silenzio che lo circonda.
Ricordo un paese che tutti gli altri
Hanno dimenticato.
Ritornare
Che tu sia andata via è certo
ma quand’è che sei tornata di preciso?
E’ stato quando la tua lingua ti ha solleticato
ancora una volta? Quando una filastrocca ti è entrata
come un’intrusa nella testa e perfino nei sogni?
Pensavi di aver lasciato le aride montagne,
di essere libera dalla violenza delle strade.
Pensavi che non te ne importasse più niente.
Quand’è che tutto questo ti ha ripreso,
facendoti sanguinare di smania?
Ora sei di fronte al vento e consideri
Le donne. Le donne che hanno subito la politica
di ieri, ricostruito montagne pietra su pietra,
che hanno creato, partorito, nutrito, che sono invecchiate.
Le donne messe a tacere, picchiate, assassinate.
Difetto di memoria (per Babar Alladin)
Dimenticherà la polvere dell’estate, che ricopriva
i suoi libri di scuola, e gli faceva diventare
duri i capelli. Dimenticherà il vento invernale,
le dita dei piedi doloranti, le ossa indolenzite.
Dimenticherà le strade dissestate, le promesse
infinite di ripararle. Dimenticherà gli oscuramenti,
le notti silenziose senza musica,
quando non riusciva a fare i compiti.
Dimenticherà come sia tutto meschino
come ogni giorno provi il sapore della delusione.
Ricorderà solo le belle giornate di primavera
Quando il verde è un dono, la pioggia luccica
sulle strade polverose, e sua madre
quando è di buon umore.
Nota biografica
Oriunda del Kurdistan iracheno, Choman Hardi (nata nel 1974) è cresciuta tra l'Iraq e l'Iran e nel 1993 si è trasferita nel Regno Unito. Ha studiato al Queens College di Oxford, all'University College di Londra e successivamente all'University of Kent di Canterbury. Attualmente vive a Monaco di Baviera e insegna Letteratura inglese all'American University of Iraq. Poetessa, scrittrice e traduttrice, nei suoi versi ha eternato le persecuzioni del regime di Saddam Hussein contro i curdi, i riverberi della guerra nella memoria del suo popolo, la sofferenza degli apolidi. Nel 2004 ha pubblicato una serie di componimenti in inglese, ed è la più giovane poetessa a essere letta nel rinomato progetto editoriale 'Poems on the Underground'. Si è sempre spesa per promuovere la cultura nei piccoli villaggi e nelle grande città del suo paese natale. Nel 2005 ha ricevuto un riconoscimento dalla Fondazione Leverhlume per i suoi studi sulle vedove dei genocidi, che l'hanno vista impegnata in Kurdistan e in Israele. Tra il 2006 e il 2007 ha cooperato per ridurre la discriminazione di genere nei paesi arabi e rendere le donne consapevoli dei propri diritti.
scritto da Francesco Monini