Oltre 5 milioni ma sono soprattutto gli stranieri a diventare poveri che non avranno diritto al “reddito di cittadinanza”.
L'Istat ha pubblicato il rapporto sulla povertà 2017, da cui si desume che i poveri assoluti (quelli che non riescono a comprare i beni e servizi minimi per una vita accettabile) sono in costante crescita dal 2005: erano 1.911.000 nel 2005 e sono oggi 5.058.000 (8,4% degli abitanti).
E' una ulteriore conferma che siamo in una società (non solo l'Italia ma tutto il mondo) in cui aumenta anno dopo anno la disuguaglianza. Infatti quasi ovunque la ricchezza media nazionale cresce ma i ricchi diventano sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri. Nel 2017 gli otto maggiori miliardari avevano una ricchezza pari a quella dei 3,6 miliardi di persone più povere nel mondo. In Italia il 10% dei più ricchi hanno il 43% del patrimonio nazionale mentre il 10% dei più poveri lo 0,3% e ogni anno le disuguaglianze crescono.
Scavando tra i dati si scopre però che i poveri assoluti “solo italiani” sono si in aumento ma di poco (sono il 6,2% del totale abitanti). I poveri sono concentrati soprattutto al Sud dove i soli italiani salgono all'11,1% del totale abitanti Sud. Ma i poveri assoluti sono in forte aumento soprattutto tra gli stranieri (sono il 30%) e al Sud sono diventati addirittura il 51,9% del totale stranieri. In sostanza se gli stranieri in Italia sono il 10% della popolazione, tra i poveri assoluti salgono al 30% e al Sud la metà degli stranieri sono poveri assoluti. Una conferma del forte sfruttamento che di essi viene fatto (ovunque ma soprattutto al Sud). Un paese democratico si deve occupare dei suoi poveri, ma solo dei poveri italiani o anche dei poveri stranieri che qui legalmente lavorano e vivono? Nel contratto del governo del cambiamento (articolo 19, pagina 34) dal reddito di cittadinanza gli stranieri sono esclusi. “Il reddito di cittadinanza è una misura attiva rivolta ai cittadini italiani al fine di reinserirli nella vita sociale e lavorativa del paese”. Se fosse così la principale misura anti-povertà del nuovo Governo escluderebbe circa un terzo (il 32%) dei potenziali destinatari. Proprio quelli che, secondo Istat, ne avrebbero più bisogno. Ciò avverrebbe perché queste persone non sono cittadini italiani pur risiedendo nel nostro paese e in molti casi creando reddito come immigrati regolari.
D’altronde, una delle parole d’ordine del nuovo Governo è “prima gli italiani”. Ma cosa dirà la Corte di giustizia europea se il nostro paese non estende la misura anche agli altri cittadini europei residenti in Italia? E senza “Ius solis” molti potenziali cittadini rimarranno fuori. Sarebbe la prima volta che in Italia si fa una legge razziale (alla faccia dell’universalità) che nega l’assistenza a persone povere che hanno i redditi più bassi di tutti nella società italiana. “Italiani brava gente”? Sarebbe meglio limitare l’assistenzialismo e promuovere politiche che creino lavoro per tutti, italiani e stranieri.
scritto da Andrea Gandini