Laura Dalla Ragione, Paola Antonelli (2018) Le mani in pasta. Il Pensiero Scientifico Editore. Pagine 300
I regimi alimentari sono diventati i nuovi classificatori dell’umanità globale. Che ha fatto del cibo una passione e un’ossessione. Strumento di unione e di divisione, identificazione e contrapposizione, prescrizione e proibizione. E soprattutto, un dispositivo di regolazione dell’anima attraverso la disciplina del corpo. Questo libro nasce da un’osservazione partecipante sull’interiorizzazione dei modelli e degli imperativi alimentari nell’infanzia e nella prima adolescenza. Si tratta di un lavoro importante, tanto più prezioso in un contesto, come quello contemporaneo, in cui il rapporto con il cibo diventa il grande trasduttore di codici, il signifiant flottant di un’inquietudine epidemica che ha nella tavola la sua scena primaria.
Oggi siamo tutti ossessionati, grandi e piccini, da un’ideale di purezza e di leggerezza. Schiavi di un format normalizzatore mosso da un disprezzo quasi talebano nei confronti della carne. Che può essere mostrata senza veli e pudori, ma solo a condizione di essere azzerata ed emendata, di portare scritti sul corpo i segni della rinuncia e della sofferenza. Ovvero le stimmate di quell’autocontrollo penitenziale indotto dall’obbligo sociale della magrezza. Che è un imperativo estetico, ma anche un’etica mascherata, un integralismo secolarizzato che vede nel grasso un demonio da scacciare. E in un corpo non piallato un inestetismo da nascondere. Siamo davanti a un’inquisizione dietetica, che omologa i corpi anziché disciplinare le anime. Ecco perché oggi nel fashion contemporaneo, così sottilmente misogino, una taglia quarantaquattro è una colpa, mentre una ragazzina smunta ed emaciata diventa un modello ideale. Un corpo sacrificale immolato sull’altare di santa anoressia.
Per obbedire a quel decalogo della magrezza ormai virale nell’immaginario adolescenziale, soprattutto in rete, dove bambine anoressiche si scambiano consigli su come sconfiggere la fame per portare allo stremo il loro fisico imprimendogli le stimmate di un’insostenibile leggerezza. Esibita in foto e video postati sui social. Basta digitare hashtag come #ana #mia #thinspo #thighgap #eatingdisorders, per entrare in una dimensione parallela, dove la malattia viene estetizzata e socializzata. E diventa un segno di riconoscimento e di appartenenza. Ma anche l’affermazione di una differenza e di una superiorità rispetto alla comunità dei non-magri. Che è come dire gli imperfetti, quelli che non sono capaci di affinare la loro carne sottoponendola a un controllor che ha qualcosa di mortale. Un esempio per tutti. Le foto dove viene mostrato con orgoglio il tigh-gap, il vuoto tra le cosce che rappresenta la passione-ossessione di molte adolescenti.
Questo libro è dunque doppiamente prezioso, perché al suo valore scientifico aggiunge un surplus strategico. E diventa un’arma decisiva per individuare e combattere i fattori predisponenti di questa estetizzazione del male, che dà alla sofferenza un segno eroico e collettivo. E rischia di trasformare una patologia in un circolo iniziatico. Glamour e ferale al tempo stesso. Perché se prevenire è meglio che curare, in questa guerra necessaria, riconoscere è meglio che curare. E per farlo bisogna avere le mani in pasta.
prefazione al libro scritta da Marino Niola Antropologo Università degli Studi di Napoli Suor Orsola Benincasa
segnalato da Alessandro Bruni
Indice
Prefazione di Marino Niola
Introduzione di Laura Dalla Ragione, Paola Antonelli
PRIMA PARTE. Bambini che non mangiano: una linea sottile tra cibo e relazione
1. Il cibo buono e il cibo cattivo 2. L’immagine corporea nel bambino 3. Il piacere del cibo 4. Dalla nutrizione all’alimentazione: verso l’autonomia alimentare 5. Attaccamento e regolazione emotiva.
SECONDA PARTE. Tracciare i confini
6. I Disturbi del comportamento alimentare in età infantile 7. Prime classificazioni: una questione ancora aperta 8. Il ritmo di danza tra madre e bambino
TERZA PARTE. Attraversare i confini: paure del cibo, paure del mondo
9. Gentiana e la neve: il disturbo emotivo da evitamento del cibo 10. Un cammello in casa: il disturbo da ruminazione 11. Ilaria e la fame: alimentazione selettiva o Selective Eating 12. Roberto e la maionese: autismo e selettività 13. Trauma e disturbi alimentari nel bambino
QUARTA PARTE. Pollicina che non crescerà: l’intervento integrato di riabilitazione psico-nutrizionale
14. Lavorare insieme 15. Al di qua della parola: l’approccio psicopedagogico 16. Ricominciare a mangiare: la riabilitazione nutrizionale nella prima infanzia 17. Nuove frontiere della cura: il trattamento EMDR in età infantile e preadolescenziale 18. Mani in pasta: linee di ricerca per la cura dei disturbi da alimentazione selettiva in infanzia e prima adolescenza
QUINTA PARTE. Intrecci di cura sul telaio educativo 19. La relazione educativa 20. Con la famiglia, per la famiglia 21. La scuola come risorsa 22. Per un’idea di prevenzione 23. Lo sguardo che carezza da lontano…