Un gran numero di studi mostra che chi pensa che la propria vita abbia un senso è più felice, più ottimista, meglio integrato nella società e in grado di resistere maggiormente allo stress. Al contrario, le crisi di senso aumentano il rischio di soffrire di ansia e depressione, fino ad arrivare al suicidio.
Anche dal punto di vista medico, considerare la propria esistenza ricca di significato ha un effetto protettivo sulla salute. Persone di tutte le età presentano un rischio di mortalità più basso se riconoscono il senso della propria vita. Tra queste persone si hanno percentuali minori di infarti, ictus e demenze. E si riducono anche tutti quei processi infiammatori del corpo che sono responsabili di molte malattie croniche.
Sono anche importanti il bisogno di prendersi cura degli altri, la spiritualità o religiosità, l'aspirazione all'armonia e il desiderio di sviluppo personale. Sembra che per il benessere psicologico e il livello di soddisfazione rispetto alla propria vita sia conveniente sentirsi realizzati anche nella spiritualità e nella conservazione delle tradizioni.
In ogni caso le prove sono inequivocabili: per il benessere e la salute sembra più importante perseguire un senso della vita più ampio anziché una felicità rapida e superficiale.
È tuttavia importante prendersi il tempo e lo spazio necessari per affrontare domande esistenziali, perché spesso la vita di tutti i giorni non ci lascia l'opportunità di farlo.
Una fonte di senso della vita molto diffusa è legato alla vita familiare. In diversi studi le persone sposate riferiscono una maggiore pienezza di significato rispetto ai single e anche rispetto alle coppie di fatto.
Anche chi ha figli vede un senso maggiore nella propria vita. In effetti la ricerca sulla felicità ha provato che il benessere psicologico dei genitori cala sensibilmente soprattutto nei primi anni dopo la nascita di un figlio, il che portava a chiedersi se avere figli non finisse per rendere infelici. Ma molte ricerche mostrano che le notti insonni e la mancanza di tempo libero non mettono a repentaglio la pienezza di senso derivata dall'essere genitori, e ciò vale soprattutto per coloro che mettono il benessere dei figli al di sopra dei propri bisogni.
Sebbene gli abitanti delle nazioni più ricche raggiungono mediamente un livello di formazione più alto, hanno meno figli e danno più valore all'individualismo, questi fattori si accompagnano con un livello più basso di senso della vita.
E chi non riesce a trovare un significato alla propria vita?
Per prima cosa bisogna avere il coraggio di porsi domande esistenziali, perché può essere doloroso riconoscere che la nostra condotta di vita non è compatibile con ciò che consideriamo ricco di senso. È importante prendersi il tempo e lo spazio necessari per affrontare queste domande, perché spesso la vita quotidiana non ce ne lascia l'opportunità.
Sintesi di Alessandro Bruni dell'articolo di pari titolo di Joachim Retzbach pubblicato in Mind, 164. agosto 2018 al quale si rimanda per una lettura piena e approfondita dell'argomento. Grafica di Alessandro Bruni