Anche se chiudo gli occhi continua a danzare nella mia mente l'immensa distesa di prati, di colori, di case che riempie la mia valle. I boschi si arrampicano lungo i fianchi dei monti, si allungano verso il cielo e nella loro corsa si scompigliano rami e foglie, si intrecciano, si piegano al vento, come un mare agitato.
Non so perché sia tanto pacificante questo paesaggio. Forse perché è realtà viva, palpitante e vorrei anch'io essere parte del bosco per sentirmi animato, reso vivo dal paesaggio danzante del Creatore. So che Lui c'è e si muove in qualche modo nella storia. Allora come passa su questa montagna, in questi boschi, danzando nel vento, dal cielo al prato, passerà nelle case, nelle piazze, nelle chiese, per rinnovare la creazione. La grande minaccia della fede oggi, non è un'ideologia, ma la morte delle ideologie, è la scomparsa improvvisa di progetti politici.
Peter Ludwig Berger dice che la fede diviene risposta a un bisogno puramente personale, a un vuoto interiore che si fa tanto più acuto quanto più la società economica si perfeziona e offre cibo a tutte le bocche dell'animale umano. E per dare ragione a Berger, basta osservare la produzione di iniziative religiose cattoliche e protestanti che hanno in comune l'amputazione della dimensione politica.
Viviamo il paradosso di una chiesa assolutamente necessaria e, per questo, centro della società, e assolutamente esclusa dalla storia della società politica. Non perché qualcuno la escluda, ma resa inutile dalla visione economica del mondo. L'uomo edito, stampato, è spinto verso la totalità e afferma che ha la risposta a tutto. Non ascolta, parla: non propone un nuovo avvenimento, impone il già sperimentato.
Tutte le culture hanno sempre condannato i barbari (extracomunitari, negri, mussulmani...). Barbaro, parola che indica colui che viene a rompere la mia cultura, colui che viene a rompere ciò che noi abbiamo deciso essere buono... e perciò il barbaro è il negativo. Allora le culture, non accettando la sovrapposizione di un'altra, inventano le guerre. L'unico che ha accettato il barbaro, il negativo come positività, è stato Cristo, ma l'hanno ucciso. Ma il "negativo" era positivo nel rapporto con Lui.
La mano dell'eretico
L'eretico Samaritano, che non poteva entrare nel tempio, è entrato di forza nella Chiesa. Eppure chiunque di noi violi questa sufficienza della cultura verrà condannato a morte. La responsabilità per il povero, esterno al sistema, espone l'uomo giusto agli attacchi del sistema stesso, che si sente minacciato e reagisce con logica implacabile.
L'alienazione ha coperto il volto dell'altro come una maschera fabbricata dal sistema per nascondere la sua provocazione... e perché possa rivelare il suo volto storico è necessario smuovere le funzioni del sistema dominatore.
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Ogni uomo ha in sé l'impulso di una rivelazione, tanto è immenso quello che possiede. L'azione liberatrice che si rivolge all'altro (fratello, donna, extracomunitario, terzomondiale) è simultanea a un lavoro in suo favore. Non esiste liberazione senza un'economia e tecnologia umanizzanti, senza partire da una formazione sociale, storica.
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Mi consola un pensiero di Pierre Teilhard de Chardin. "Una verità espressa nel punto più remoto del mondo, senza un testimone, non muore e, a suo tempo, porterà frutto".
scritto da Giuseppe Stoppiglia, sintesi dell'articolo pubblicato in Madrugada n.40