Le nuove droghe si comprano online, in milligrammi. Niente passaggi furtivi di contanti al parchetto, ma carta di credito. Nessun rischio con la polizia, perché arrivano per posta. Così è semplice giocare al piccolo chimico e pensare pure che non possano fare male, considerato che sono legali. I siti le promuovono con la promessa di una serata eccitante a pochi euro. Ne conosciamo 800, con un ritmo che sta tra le sessanta e le settanta nuove molecole l’anno. Quasi una a settimana.
Nascono e vanno sul mercato talmente in fretta che i dipartimenti ministeriali non riescono a tracciarle. Il menu a disposizione dei clienti virtuali è ricco, se le sigle disorientano basta leggere descrizioni e recensioni. Dieci pastiglie di 3-MMC sono 35 euro, un grammo in polvere 25. Sui tre grammi, c’è lo sconto. La «Blue Stuff», la «Roba blu» invece è un «blend di sostanze». Ai clienti di Chem.eu è piaciuta. Quattro recensioni a cinque stelle. «Ottimo servizio, bella confezione». «Il bagno più divertente della mia vita». Seguito da una faccetta che strizza l’occhio. La «roba» si vende in cristalli, ma come sale da bagno. Anche se non c’è scritto di preciso quali siano le molecole che la compongono, il principio attivo è l’ethylphenidate. Un farmaco psicostimolante molto simile al metilfenidato. Ancora non vi viene in mente niente?
È come sniffare il Ritalin, discusso psicofarmaco usato per i deficit di attenzione e iperattività. Da maggio in Italia questa molecola è classificata come stupefacente, ma le alternative fioccano. C’è un’intera sezione del portale dedicata a cosa è legale e cosa no, paese per paese. Ad esempio per l’Italia «quattro volte più forte del Ritalin, venduto in cristalli ed esclusivamente per ricerche scientifiche» di nuovo c’è il MDPV. Poi le bustine di 2-Al, analogo delle anfetamine come il 3-FEA. L’elenco è infinito, pare criptico, ma per orientarsi basta conoscere l’inglese e Wikipedia. Le droghe legali, meglio non illegali, in circolazione sono migliaia. I ricercatori le chiamano Nps, Nuove sostanze psicoattive, per chi invece le compra sul web la parola chiave è research chemicals o legal highs.
Con una composizione chimica leggermente diversa dalle droghe tradizionali, sono tecnicamente lecite. Seducono in fretta chi cerca online eccitanti, performanti. Pastiglie colorate e cristalli che danno reattività aumentata ed eccitazione.
Sono legali perché non rientrano ancora nelle tabelle ministeriali delle sostanze stupefacenti e psicotrope, e quindi non sono regolamentate. Per etichettarle come nuove droghe bisogna seguire dei processi lunghi - e costosi - di analisi e osservazione. Per ricostruirne la pericolosità ci vogliono mesi, in alcuni casi anni. L’ultimo aggiornamento è dello scorso 17 novembre, disposto «a seguito dei casi di decesso registrati in Europa e in considerazione dei rischi connessi alla diffusione, riconducibile a sequestri».
.....
L’immaginario non è più dominato da marijuana e cocaina. Non c’è solo l’eccitazione, la voglia di divertirsi, ma anche la voglia di stordirsi. Isolarsi. E così accanto agli eccitanti crescono i farmaci oppiacei derivati dalla morfina o antistaminici. «Perché ci droghiamo? Perché siamo umani» è la risposta di Josè Bardini sul mensile «Vita». È il responsabile della Comunità Pars, quella di Pamela Mastropietro. Una ragazza di 18 anni che seguiva un percorso terapeutico per disintossicarsi dall’eroina. Non ce l’ha fatta. «L’alcol e la droga si sono configurati come paradisi artificiali del mondo moderno - ragiona Bardini -. Il messaggio è: l’uomo può fare ciò che vuole, purché risponda alle proprie voglie. Nella testa di un ragazzo è una bomba atomica. Ma è il mondo adulto ad averglielo raccontato».
scritto da Nadia Ferrigo, sintesi dell'articolo pubblicato in La Stampa del 24 dicembre 2018
per leggere l'articolo completo originale cliccare qui
segnalato da Alessandro Bruni