Ancora foto choc dai campi di detenzione di Bani Walid, dove i trafficanti torturano e ricattano le vittime Prigionieri di criminali efferati, 150 profughi subiscono violenza da mesi.
Una donna legata mani e piedi con catene, ventre e faccia a terra. Queste immagini vengono inviate dagli schiavisti ai parenti dei detenuti nel lager di Bani Walid per ricattarli Le pubblichiamo per documentare l’orrore che si consuma in quei campi libici.
Nuove foto mandate dagli stessi criminali documentano le torture sui profughi subsahariani nei lager dei trafficanti, inaccessibili all’Onu e alle agenzie umanitarie. Ancora orrore senza fine dalla Libia: immagini di pistole puntate alla testa, corpi in catene macilenti e annichiliti come bestie. E vergogna per l’indifferenza dei governi europei. È una delle tante prove della catastrofe umanitaria in Libia, denunciata da Acnur e da diverse organizzazioni per i diritti umani.
Le immagini provengono direttamente dall’inferno di Bani Walid, distretto di Misurata, circa 150 chilometri a sud-est di Tripoli. Sono state mandate ai familiari dai trafficanti di esseri umani per indurli al pagamento del riscatto per rilasciarli. Da sei mesi ogni giorno i detenuti subiscono minacce, percosse, torture e le donne spesso vengono stuprate dai guardiani. Tutti hanno cicatrici e bruciature per la plastica fusa gettata su arti e schiena. Ma la cifra chiesta dai libici – 4 o 5mila dollari – è troppo alta perché i parenti hanno già dovuto pagare le diverse tappe del viaggio e ora stanno chiedendo aiuto ai conoscenti.
Come ha scritto di recente anche il Corriere della Sera, nel caos libico lo scontro tra il governo centrale di Serraj e quello di Haftar, l’uomo forte della Cirenaica, ha lasciato senza paghe i dipendenti pubblici, tra cui i guardiani delle galere.
Questa situazione, particolarmente in Tripolitania, ha dato impulso ai sequestri di migranti e alle torture per in- cassare in fretta i soldi della liberazione. Sono circa 150 i profughi eritrei da circa sei mesi nelle mani di un clan di trafficanti libici guidato da un tale Abdellah.
Sono entrati all’inizio del 2017 nel Paese nordafricano dal Sudan, partendo da Khartoum e attraversando il Sahara pagando quattro trafficanti loro connazionali, in gruppi, tempi e circostanze diversi. I criminali, probabilmente parte dell’organizzazione di Abduselam Ferensawi, detto 'il Francese' – trafficante eritreo tra i più potenti sulla rotta africana orientale sia per le alleanze in Sudan che con i clan libici – li hanno rapiti una volta varcato il confine.
Un giovane eritreo minacciato con la pistola da un trafficante di esseri umani dopo esser stato ridotto in catene. Queste immagini vengono inviate dagli schiavisti ai parenti dei detenuti nel lager di Bani Walid per ricattarli. Le pubblichiamo per documentare l’orrore che si consuma in quei campi libici.
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scritto da Paolo Lambruschi, tratto da Avvenire del 26 gennaio 2019
segnalato da Francesco Monini