La classifica del volontariato è stata stilata sulla base di una rilevazione di Eurostat, che per la prima volta ha fornito dati statistici in maniera unitaria e coerente. La fotografia che ne esce non è affatto scontata.
Così, se vogliamo trovare la maggiore percentuale di volontari in Europa dobbiamo andare al Nord, in Olanda, dove il 40,3 per cento ha svolto attività di volontariato strutturata in favore degli altri. Nei Paesi vicini le percentuali restano alte: Danimarca 38,7 per cento, Lussemburgo 36,7, Svezia 35,5 e Finlandia 34,1. Pur con i suoi 5,5 milioni di volontari censiti dall’Istat, nella rilevazione Eurostat l’Italia è quasi in fondo dalla classifica: con un tasso di volontariato formale del 12 per cento si colloca al diciassettesimo posto su 28; ma scende al ventiduesimo se ci riferiamo a chi sceglie di fare volontariato in maniera indipendente, con l’11,4 per cento di cittadini.
È interessante notare come per il nostro paese non si registri un significativo scarto tra i due modelli, al contrario di altre nazioni: in Olanda per esempio la percentuale raddoppia, passando dal 40,3 all’82,5 per cento, così come in Svezia dal 35,5 al 70,4, in Finlandia dal 34,1 al 74,2 per cento o in Polonia dal 13,8 al 54,6 per cento. Il tasso di volontariato formale comunque resta generalmente inferiore a quello informale (media europea 22,2 per cento), con le due significative eccezioni di Germania e Gran Bretagna, dove i valori sono rispettivamente del 28,6 e 11,4% per cento e del 23,3 e 19,2 per cento.
L’Italia un primato lo possiede e non è affatto positivo: è il Paese in Europa con la maggior percentuale di persone che dichiara di non avere nessuno a cui rivolgersi – che siano parenti, amici, vicini di casa o conoscenti – per chiedere in caso di bisogno un aiuto di tipo morale o materiale. Questo valore, che potremmo denominare «tasso di solitudine», in Italia tocca il 13,2 per cento a fronte di una media europea del 5,9. Dall’altra parte della classifica, come esempi virtuosi troviamo Finlandia e Repubblica Ceca con 1,9 per cento, e Slovacchia e Svezia rispettivamente 2,1 e 2,7 per cento, seguiti dall’Ungheria e, prime nazioni mediterranee, Cipro e Spagna. Eurostat nella stessa rilevazione aggiunge comunque ulteriori elementi, mostrando che tra le persone che dichiarano di non sapere a chi chiedere aiuto prevalgono - oltre agli anziani - quelle con un basso livello di scolarità e di reddito personale.
scritto da Nicolò Triacca, pubblicato in Corriere.it il 21 febbraio 2019
sintesi di Alessandro Bruni, per leggere l'articolo originale cliccare qui