Negli ultimi dieci anni il numero dei NEET tra i 15 e i 29 anni in Italia è cresciuto di 297mila unità, +16,3%. Si tratta dei giovani che non lavorano, non studiano e non sono inseriti in percorsi di formazione professionale, ben 2,1 milioni nel nostro Paese. Un numero in calo rispetto al picco di 2,5 milioni toccato negli anni della crisi ma ancora distante da quello pre-crisi. Questo il quadro che emerge dai nuovi dati Istat sul mercato del lavoro italiano aggiornati al IV trimestre 2018, che rimette al centro il tema del lavoro giovanile.
Svogliati e sdraiati: i falsi miti sui NEET
I NEET sono spesso descritti come giovani svogliati dediti alla nullafacenza, sdraiati su un divano. Ma i dati dell'Istat dipingono una situazione abbastanza differente. Infatti non dobbiamo considerare i NEET come un insieme omogeneo, sono composti da situazioni molto diverse tra di loro. Innanzitutto possiamo distinguere tra disoccupati e inattivi. I primi sono quelli che non hanno un lavoro e lo cercano attivamente, i secondi quelli che non hanno un lavoro, non studiano e non cercano attivamente un lavoro.
Se prendiamo i dati del 2018, i disoccupati NEET sono 830mila, il 40% del totale. Quindi quasi la metà dei NEET non sono su un divano, ma cercano attivamente lavoro senza riuscire a trovarlo. E paragonando il dato al 2008 scopriamo che sono 262mila in più, pari a quasi tutta la crescita dei NEET nell' ultimo decennio e al 47,7% rispetto al momento pre-crisi. Al contrario gli inattivi (1,28 milioni) nel 2018 erano solamente 30mila in più rispetto al 2008.
La crescita dei NEET negli ultimi dieci anni non è stata generata quindi da un aumento di giovani pigri che vivono su un divano, ma dalla difficoltà degli under 30 di trovare un lavoro nel momento in cui si mettono a cercarlo. La realtà, insomma, è molto diversa da come viene spesso dipinta.
L'Italia è prima in Europa per numero di NEET
Allargando il punto di osservazione la situazione italiana si mostra nella sua gravità. I dati aggiornati al 2017 ci dicono che la media europea per i NEET tra i 15 e i 29 anni è del 13,4% della popolazione in quella fascia d'età. Per l'Italia il dato è del 24,1%, di gran lunga il primo paese europeo. Basti pensare che la Grecia, che è al secondo posto, ha una percentuale del 21%.
Se poi prendiamo i dati dei paesi che hanno le performance migliori capiamo l'enorme distanza con l'Italia: Olanda al 5,9%, Germania all'8,5%, ma perfino Spagna al 16,4%. Sono dati che confermano come gli under 30 (ma potremmo allargare fino agli under 35) siano il vero malato del mercato del lavoro italiano, nell'indifferenza generale.
La leggera ripresa occupazionale infatti, insieme al piano Garanzia Giovani, ha riattivato un buon numero di giovani che si sono trovati però di fronte ad un mercato del lavoro che ha preferito assumere coloro che avevano più esperienza e che erano rimasti senza lavoro.
scritto da Francesco Seghezzi, pubblicato in Open del 13 marzo 2019
sintesi di Alessandro Bruni, per leggere l'articolo originale clicca qui