Facciamo il punto sulla vicenda di Vincent Lambert, l’uomo francese per il quale, dopo più di dieci anni di coma, era stata decisa interruzione dell’alimentazione , ma che la Corte d’appello di Parigi ha ordinato di riprendere il 20 maggio 2019. La vicenda è, iniziata nel 2008, e gli ultimi giorni è tornata sulle prime pagine.
Chi è Vincent Lambert
Vincent Lambert è un infermiere, di 42 anni che, rimasto vittima di un incidente stradale, è in stato dichiarato vegetativo dal settembre del 2008.
La vicenda
Il 29 settembre del 2008, Lambert, allora 32enne, è rimasto vittima di un incidente stradale dal quale riporta un trauma cranico che lo fa entrare in coma vegetativo. Successivamente uscirà dal coma per entrare in uno stato, definito nel 2011 dal Coma Science Group di Liegi, di “coscienza minima”.
Negli ultimi dieci anni si è combattuta un’accesa una battaglia legale che vedeva due parti, una favorevole all’interruzione delle cure e dell’alimentazione, rappresentata dalla moglie alcuni fratelli e dall’équipe medica che lo segue, e una, rappresentata dai genitori e dagli altri fratelli, che chiedeva di proseguirle. Più volte (nel 2013, nel 2014 e infine nel 2018) si è deciso di interrompere nutrizione e idratazione, perché lo stato di Lambert era stato definito “irreversibile” ed era stato ritenuto accanimento terapeutico. Procedure, in tutti e tre i casi, annullate in seguito a ricorsi. L’eutanasia in Francia è attualmente illegale (qui un approfondimento su interruzione delle cure e accanimento terapeutico e uno sullo stato delle leggi a riguardo nei vari paesi europei).
La Corte europea dei diritti dell'uomo nel 2015 si è espressa sostenendo che, nel caso di Vincent Lambert, “non vi è violazione dell'articolo 2 (che disciplina il diritto alla vita) se viene attuata la decisione del Consiglio di Stato che autorizza la cessazione delle cure”.
Quando nel 2018 è stato deciso nuovamente di interrompere il trattamento del paziente, i nuovi ricorsi al Consiglio di Stato e alla CEDU sono stati respinti, e, mentre l'appello al Comitato delle Nazioni Unite per i diritti delle persone con disabilità (CRPD) (non legalmente sospensivo) era ancora pendente, di Vincent Lambert è iniziata l'interruzione dell'alimentazione e dell'idratazione, la mattina del 20 maggio 2019. La sera del 20 maggio 2019, però, la Corte d'appello di Parigi ha ordinato la ripresa del trattamento.
Accanimento terapeutico o cure legittime?
Mentre, dunque, per alcuni i trattamenti sono legittimi, per altri, le cure dell’uomo francese sarebbero sproporzionate e si tratterebbe dunque di un accanimento terapeutico. A tale proposito si è espresso don Roberto Colombo, docente presso la Facoltà di medicina e chirurgia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore che il 18 maggio 2019 si è espresso, sulle pagine dell’Osservatore Romano ritenendo che “la risposta ai bisogni fondamentali primari (tra cui alimentazione e idratazione) non configura, per certi pazienti in stato vegetativo comprovato, come per Vincent Lambert, un accanimento terapeutico o una ostinazione irragionevole”, conclusione, continua don Colombo, a cui erano già “giunti 70 medici e specialisti che avevano studiato la situazione del paziente e che avevano aggiunto: “E' evidente che Vincent Lambert non è in fin di vita" (Le Figaro, 18 aprile 2018)”. Ma soprattutto “continuare dunque a alimentare e a idratare il paziente anche se in via artificiale, non ha nulla a che vedere con il dovere di “rispettare il sopraggiungere ormai inevitabile della morte e non opporsi al decorso naturale dell’agonia con interventi inappropriati che prolungano solamente la sofferenza del morente”.
scritto da Francesco D'Ugo, articolo originale pubblicato in Documentazione.info del 21 maggio 2019
segnalato da Alessandro Bruni che ne ha curato una sintesi rispetto all'articolo originale