“Voglio sentire da voi proposte concrete non le solite lamentele”. Lo ha detto papa Francesco e lo ha riferito il cardinale Gualtiero Bassetti presidente dei vescovi italiani alla presentazione del 28° rapporto immigrazione di Caritas e Fondazione Migrantes che manda al macero ancora una volta un mucchio di parole inutili e superficiali che la politica dedica al problema epocale dell’immigrazione.
Sembra quasi che la parola di Francesco sui migranti non faccia più notizia tanto appare ormai ordinaria presenza che informa tutta la sua azione di pontefice. Eppure egli è capace di considerare sempre in forma alta il problema che è diventato sfida alla politica mondiale scossa nella sua quiete dal fenomeno nuovo per proporzioni e problemi aperti da immigrati e rifugiati. Il papa è convinto che solo una grande e lungimirante politica può risolvere gravi problemi quale è l’emigrazione.
Secondo gli ultimi dati dell’Onu sono 257,7 milioni le persone che nel mondo vivono in un Paese diverso da quello di origine. Dal 2000 al 2017 la popolazione che ha lasciato il proprio Paese di origine è aumentato del 49%. Sono invece 39,9 i milioni di cittadini stranieri residenti entro i confini dell’unione europea a 28 Stati membri. Un aumento del 3,5% rispetto al 2017. L’Italia conta 5.255.503 cittadini stranieri regolarmente residenti pari all’8,7% della popolazione totale residente. Gli alunni stranieri nelle scuole italiane sono 841.719. I dati del rapporto attestano che ben il 63% degli alunni con cittadinanza non italiana è nato in Italia.
Queste cifre essenziali bastano a sbugiardare la retorica politica che si fa sugli immigrati che punta a nascondere o manipolare i dati puntando a incattivire gli animi scaricando sugli immigrati problemi congeniti al nostro Paese. La destra italiana, in particolare, continua a gridare al “lupo” con politiche interdittive a fronte di un fenomeno che oltrepassa i confini nazionali. Vogliono combattere i mulini a vento, ma la paura non è mai una soluzione delle cause di un problema.
Francesco lo va ripetendo da sempre e ha lanciato un percorso di soluzione ragionevole e concreto riassunto in quattro verbi: accogliere, proteggere, promuovere, integrare. Nessuna politica finora, in Italia, si è mossa per armonizzare e realizzare con decisione e coraggio questi quattro verbi. Anche le politiche definite progressiste in realtà temono la forza di attrazione del populismo conservatore che ripete come un mantra il solito ritornello di chiudere, punire, osteggiare, respingere quale sola via di mettere “prima gli italiani”. In realtà neppure per gli italiani si sono mai risolti problemi annosi da molto prima che crescesse il fenomeno migratorio. Gli immigrati servono a una distrazione di massa per giustificare inadempienze e lacune. Per questo forse il cardinale Bassetti ha ribadito che “è sbagliato vivere l’immigrazione come motivo di divisione del Paese” e che “bisogna superare la distinzione tra noi e loro”.
Francesco non ha smesso mai di considerare il problema degli immigrati entro un orizzonte non solo mondiale, ma epocale. E ha cercato di suggerire ai politici una visione ampia per soluzioni di grandi prospettive, oltre i piccoli tornaconti elettorali di ciascuno. “Abbiamo celebrato la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato, ha chiarito per riaffermare la necessità che nessuno rimanga escluso dalla società, che sia un cittadino residente da molto tempo o un nuovo arrivato. ... È una verità che dà dolore: questo mondo è ogni giorno più elitista, più crudele con gli esclusi. I Paesi in via di sviluppo continuano ad essere depauperati delle loro migliori risorse naturali e umane a beneficio di pochi mercati privilegiati. Le guerre interessano solo alcune regioni del mondo, ma le armi per farle vengono prodotte e vendute in altre regioni, le quali poi non vogliono farsi carico dei rifugiati prodotti da tali conflitti. Chi ne fa le spese sono sempre i piccoli, i poveri, i più vulnerabili, ai quali si impedisce di sedersi a tavola e si lasciano le “briciole” del banchetto”.
Il tema degli esclusi, di cui i migranti sono un aspetto simbolo, non può trovare soluzioni giuste solo a pezzi, ma in politiche fortemente solidali capaci di creare un mondo nuovo e società nuove.
scritto da Carlo Di Cicco, pubblicato in Notizie.tiscali del 29 settembre 2019
sintesi di Alessandro Bruni
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