Giuliano Pontara, L'antibarbarie, Gruppo Abele Editore, 2019
Giuliano Pontara, di nuovo in Italia e di nuovo a Ferrara nel Festival dei Diritti, è un buon annuncio nonviolento del Natale. Il suo libro L’antibarbarie è ripubblicato, ampliato e aggiornato rispetto alla prima edizione del 2006.
La barbarie alla quale dovremmo opporci non viene da stranieri incivili e crudeli, come il termine potrebbe far pensare, è un prodotto della storia principalmente europea. Il pensiero e la proposta di Gandhi, che già si contrappose alla Weltanschauung nazista, può essere d’ispirazione nella lotta contro le evidenti tendenze naziste, che connotano il nostro presente.
Il 2 e 3 dicembre è a Torino nella International Conference Gandhi dopo Gandhi, con un intervento su Gandhi, nonviolenza e giustizia sociale. È la risposta costruttiva alla distruzione – in corso e minacciata alla nostra convivenza – operata del diffondersi di violenza e ingiustizia, con l’ideologia che accompagna e giustifica. Di questo tema si è molto occupato nel libro recente Quale pace e allo stesso dedica il penultimo capitolo Una società del benessere di tutti de L’antibarbarie. La nuova edizione è presentata a Torino il 4, il 6 a Ferrara, il 10 a Rovereto (TN) e l’11 a Verona.
In densi capitoli, suddivisi in paragrafi, propone l’apporto della nonviolenza a una miglior democrazia e all’effettività dei diritti. A 150 anni dalla nascita del Mahatma Gandhi, il suo pensiero e la sua azione offrono straordinari spunti di riflessione per affrontare alcuni tra i problemi fondamentali del nostro tempo: rapporto tra etica e politica; persistenza delle disuguaglianze sociali; minaccia del terrorismo e nuovi conflitti; nonviolenza come modalità di lotta e progetto politico; il diritto-dovere alla disobbedienza civile, alternative possibili alle tendenze naziste presenti nel mondo. Combattere la barbarie senza diventare barbari, è questo il nostro compito. Barbaro, βάρβαρος, è per il greco lo straniero che non sa parlare bene – infatti balbetta, bar-bar – come per gli olandesi del XVII secolo gli africani attorno al Capo di Buona Speranza: ottentotti che sanno solo emettere – hott-hott – suoni schioccanti. Pontara ci aiuta nella comprensione del linguaggio – scritto, parlato, agito – in cui si esprime la nostra barbarie, il risorgente nazismo.
Il primo capitolo si intitola Della barbarie ed è così articolato: L’escalation della barbarie, La barbarie nazista, La nuova barbarie: tendenze naziste oggi, Hitler e Gandhi. Seguono gli altri capitoli. Riproduco solo i titoli, che penso diano un’idea del percorso della documentata e argomentata esposizione che ne fa Pontara: Gandhi: l’uomo, il politico il pensiero. Verità, religione, tolleranza e perdono. L’etica e il rispetto per la vita e i suoi limiti. Contro la violenza nei conflitti umani. Nonviolenza e appoggio alla lotta violenta. Principi di una strategia nonviolenta. Una strategia di trasformazione dei conflitti. Una società del benessere di tutti.
Ho riletto il libro nell’attesa di Giuliano per proporlo o riproporlo all’attenzione almeno dei miei concittadini. Le tendenze naziste, da lui denunciate nel 2006, in un’opera lungamente meditata, si son fatte più evidenti e preoccupanti in questi tempi. Non nascondo che l’incontro con lui è per me sempre molto significativo. Non insisto. È un aspetto personale di scarso interesse per gli altri. Ne ho accennato in questa rubrica l’anno scorso Fare l’indiano. Il ritorno di Gandhi, e c’è un pezzo che ritrovo su Estense.com sempre in occasione del suo passaggio a Ferrara. Danno un’idea di chi sia Giuliano Pontara, ma credo sarà importante conoscerlo di persona.
scritto da Daniele Lugli, 1 dicembre 2019