Nella vicenda del coronavirus, in aggiunta ai diversi problemi derivanti dalla novità e dalla dimensione e qualità del contagio, è emerso un serio conflitto istituzionale tra governo e alcune Regioni del Nord. In particolare, fin dall’inizio le Regioni di Lombardia e Veneto hanno assunto posizioni radicali cercando di precostituire le scelte del governo.
Le prime reazioni di Conte, circa l’eccesso dei poteri regionali e di attacco al comportamento dell’ospedale di Codogno sono certamente risultate discutibili e sono rapidamente rientrate, ma non c’è dubbio che il caos dei comportamenti delle Regioni, dove ognuna ha ritenuto legittimo assumere scelte diverse, (vedi le scelte di Marche e Calabria in materia scolastica) sono apparse fuori luogo.
La reazione del presidente della Lombardia Fontana fino ad abbandonare prima l’incontro con Conte e poi annunciare un’auto quarantena con tanto di mascherina davanti al video, non è stato proprio un comportamento improntato alla collaborazione responsabile, mentre le posizioni oscillanti del presidente del Veneto Zaia sulle scuole, aggravate dalla incomprensibile polemica con i cinesi con tanto di reazione dell’ambasciatore, non hanno contribuito a facilitare le decisioni da assumere e a diffondere il buon nome dell’Italia all’estero.
Lo stesso annuncio, da parte del governo, del decreto sulle misure di sostegno delle imprese per favorire la ripresa, è stato subito criticato dalle Regioni del Nord prima di conoscere nel dettaglio i contenuti e nonostante le tre Regioni siano state preventivamente coinvolte, via teleconferenza, nella definizione dei diversi contenuti del provvedimento.
In sintesi, si sono manifestati comportamenti più da componenti di partito che da istituzioni che rappresentano l’insieme dei cittadini del proprio territorio, tenuto conto che il coordinamento di un problema di profilassi internazionale compete al governo, secondo il dettato dell’art. 117 della Costituzione. Comportamenti che hanno indebolito l’insieme del processo decisionale del nostro sistema istituzionale in un ambito di emergenza sanitaria, dove i tempi e la qualità delle risposte mantengono una rilevanza decisiva per tutelare il bene essenziale della salute dei cittadini.
Un insieme di rapporti che proietta una luce non positiva anche sul processo di autonomia differenziata in corso, che ha bisogno di fondarsi su rapporti di reciproca collaborazione e non di inaccettabile competizione.
scritto da Luigi Viviani