La lotta tra maga Magò e mago Merlino viene vinta da Merlino che, di fronte alla scorrettezza della strega Magò (che si trasforma in un drago viola che sputa fuoco, violando le regole che lei stessa aveva dato), si trasforma in un virus che la contagia e vince la sfida.
Il cartoon di Walt Disney (La spada nella roccia) è profetico.
Maga Magò si trasforma in animali di grossa taglia (drago, elefante, super gatto, serpente, rinoceronte, drago viola sputafuoco), mentre Merlino sceglie animali lenti o piccoli (tartaruga, lepre, verme, topo, granchio, capra e infine virus). Questa polarità “grande/piccolo” ci ricorda che viviamo in una economia che vuole diventare sempre più grande (la crescita infinita), senza rendersi conto che massimizzare una sola variabile (i soldi) in un pianeta Terra fatto di altri Regni (animale, vegetale, minerale) e valori, produce un disastro per lo stesso regno umano.
Col coronavirus si instilla da un lato la paura (funzionale a scorciatoie autoritarie), dall’altro mostra come una eccessiva velocità (globalizzazione, polarizzazione, urbanizzazione, mobilità,…) crei una crescente divergenza (tra Paesi, città-campagne, ricchi-poveri,…). La città cinese di Wuhan è cresciuta in 30 anni da 100mila abitanti a 11 milioni con relativa massificazione urbana e disboscamento, come facevano i nostri antenati quando avevano bisogno di legna da vendere e riscaldarsi (ma allora erano in pochi), producendo una cattiva contaminazione uomo-animali (cacciati dalla natura).
L’epidemia in Cina sta ora regredendo per le drastiche misure di contenimento. In Italia sarà più lungo il periodo perché misure drastiche come quelle cinesi non sono socialmente accettate da noi italiani, per altro inclini a violare le regole (come maga Magò). Paura e psicosi crescono perché i contagiati aumentano del 20% al giorno, ma se si analizzano i modelli matematici di diffusione del contagio (sulla base di una scala semilogaritmica come ha scritto Davide Bassi, già Rettore dell’Università di Trento), si nota che dal 2 al 9 marzo la diffusione sta diminuendo.
Vuol dire che le misure di contenimento cominciano ad avere effetti positivi.
Lo studio mostra che senza interventi i contagiati sarebbero stati (al 9 marzo) 10mila mentre sono quasi la metà (circa 6mila). Il rallentamento è ancora maggiore in Veneto. Non è facile capirlo perché noi osserviamo l’incremento giorno dopo giorno ma ciò che conta è quanto cresce. Gli effetti sull’economia saranno pesanti e non sono ora quantificabili. Per l’Italia ci sarà una crescita del Pil minore di quella del 2019 (quindi una recessione) e un aumento del debito sul Pil, ma ci sarà anche una drastica riduzione dell’inquinamento e della mobilità.
Il contagio arriverà nelle prossime settimane anche negli altri Paesi e metterà in luce varie criticità: in Usa la sanità privata (che ha 87 milioni di cittadini senza assicurazione) metterà a dura prova un sistema sanitario privato che costa il doppio di quello pubblico (spesa per abitante) ed esclude così un terzo della popolazione più povera, la quale non si farà mai il test (che costa 3mila dollari), favorendo così il contagio. In Inghilterra ci si prepara al peggio (con razzie assurde nei supermercati), come la drastica riduzione di immatricolati alle università (Cinesi e di altri Paesi) con seri problemi alla Brexit.
Nei Paesi turistici ci sarà un crollo degli arrivi “stranieri” (a proposito di “prima noi”), come in Italia dove avremo anche problemi nei settori dove sono impiegati molti immigrati (agricoltura, servizi,…) perché se ne staranno a casa loro per non contagiarsi. Si cercherà di ridurre la delocalizzazione manifatturiera nei Paesi poveri (dove il costo del lavoro è minore) per non bloccare la filiera produttiva in casi simili (di restrizione della mobilità).
Dopo un periodo in cui è stata usata la “serratura culturale”, cioè l’uso della paura per limitare l’immigrazione, ora ci troviamo di fronte ad un virus invisibile “senza frontiere” che limita la nostra (e altrui) mobilità del turismo e del lavoro. Sperimentiamo così noi ora il dolore della serratura. Coronavirus spazza via l’enorme “parolificio” sulle magnifiche sorti e progressive della “serratura sovranista” e pone le premesse o per “chiuderci ancora di più in casa” (avanti così: tutti contro tutti) o ripensare ad un’economia universale ma più sostenibile e più fraterna in cui la mobilità delle merci, dei capitali e delle persone avvenga nel rispetto della natura e dello sviluppo delle comunità locali (cosa non facile ma ci si deve provare).
Intanto 6 milioni di Siriani stanno passando il loro nono anno come rifugiati in condizioni drammatiche lontano dalle loro case avendo perso tutto (casa, lavoro, relazioni, parenti –ne sono morti 400mila e oltre 2 milioni tra feriti e invalidi-). Questa è una vera catastrofe causata (anche questa) da noi umani.
Dimenticavo: Abigail Disney (pro nipote di Walt) è uno dei firmatari del manifesto delle 130 multinazionali e dei 200 miliardari americani che chiedono di essere tassati più seriamente, ha detto: “senza gli investimenti pubblici di Eisenhower la mia famiglia oggi non sarebbe così ricca”. Ai tempi di Eisenhower l’imposta sul reddito in Usa oltre i 400mila dollari era del 91% oggi è il 37%...