Covid-19 è anche un gigantesco stress test ai sistemi sanitari e alle capacità decisionali dei Governi. Sui sistemi sanitari abbiamo dato alcuni cenni in un post precedente. Sulla base dei dati dell’Imperial College (il più accreditato centro di analisi medica del mondo) possiamo dare qualche prima indicazione analizzando i principali 5 provvedimenti presi (vedi tabella a seguire). Innanzitutto si può dire che il fenomeno è stato da tutti sottovalutato.
La peste ha impiegato nel medioevo 10 anni ad arrivare dalla Cina in Europa, nel 2019 qualche giorno e nessuno pensava che una diffusione via aereo così rapida. L’Italia in effetti è stato il Paese che ha reagito per prima con una chiusura il 9 marzo (lockdown) che è apparsa a molti Governi (all’inizio) esagerata. I dati mostrano che solo due Paesi (Svizzera e Germania) hanno assunto decisioni precedenti all’Italia: la Svizzera il 2 marzo (la Germania il 6) hanno però assunto decisioni di quarantena per gli anziani che si sono rivelate molto efficaci (come poi si vedrà). Il confronto completo sui dati si potrà vedere solo a metà aprile, quando i Paesi che hanno agito dopo l’Italia e dove il contagio si è diffuso dopo avranno anche loro il “picco” di contagi (e morti). Solo allora si potrà fare un confronto veritiero. Ma già oggi si delineano alcuni fatti stilizzati che si possono individuare.
Percentuale di contagiati sulla popolazione e % di morti sui contagiati in Paesi selezionati dall’Imperial College e giorni di marzo in cui sono state avviate misure di quarantena, contenimento, distanziamento
(*) Svizzera bandisce eventi sopra 100 persone e la chiusura solo oltre 5 persone insieme, Svezia non chiude e ha tutto aperto, raccomandazioni di distanziarsi ma tutte scuole e asili aperti, banditi eventi con oltre 50 persone (in questo momento è il Paese con la minor chiusura). UK ha scuole aperte per i figli di chi lavora e possibilità di spostamenti ovunque seppure distanziati. In azzurro le uniche azioni svolte prima dell’Italia da Svizzera e Germania.
Ci sono Paesi Europei (Germania, Svizzera, Svezia) che hanno al 28 marzo molti meno contagiati di Italia/Spagna/Francia e tassi di mortalità ancora più bassi. La “vulgata” dice che tutti stanno seguendo l’Italia con la chiusura totale/lockdown, e in effetti è l’Italia che ha effettuato prima di tutti in Europa le chiusure (nel mondo solo Sud Corea e Singapore sono intervenute prima).
Tuttavia a guardar bene, ci sono due azioni fatte dagli alcuni Paesi che potrebbero aver inciso molto, in quanto sono proprio quei Paesi che hanno pochi contagiati sul totale della popolazione e un tasso di mortalità (sui contagiati) molto basso. La Svizzera, per esempio, è quella che è stata più sollecita a mettere gli anziani in quarantena (dal 2 marzo) e a chiudere (3 marzo) seppure molto parzialmente se si pensa che ancora oggi sono permessi eventi con un massimo di 100 persone e attività con un massimo di 5 persone vicine (una cosa impensabile oggi in Italia). Anche la Germania ha messo in quarantena gli anziani prima dell’Italia (6 marzo, solo tre giorni prima dell’Italia). Queste misure sono state probabilmente accompagnate da chiare e severe indicazioni (che forse l’Italia non ha dato se si pensa alle molte RSA (Residenze Sanitarie Assistite) che sono diventate vettori di contagio per la presenza di parenti).
Un caso misterioso è la Svezia che è partita molto dopo l’Italia e che ha ancora “tutto aperto”, nel senso che tutte le principali attività (anche bar e ristoranti) sono aperti, seppure molto forte è il self control, così come in Regno Unito dove la popolazione si è rinchiusa in casa molto prima che il Governo decidesse la chiusura sulla base di quanto vedevano in Tv in Italia. Oggi il Regno Unito è chiuso come l’Italia con due importanti differenze: le scuole sono aperte per i figli di chi lavora e c’è libertà di movimento (anche questo impensabile in Italia).
L’Italia appare, a tutta prima, come quella che ha chiuso per prima e più di tutti ma ha i dati più alti e allarmanti: come mai? Quali sono le cause delle grandi differenze nella percentuale dei contagiati e dei morti?
Una prima ragione può essere il fatto che l’Italia classifica tutti i morti avvenuti in questo mese per malattie respiratorie come morti per Covid-19, mentre in realtà altrove sono classificati anche per influenza, per polmoniti e per Covid-19. Un indizio viene dall’Istituto Superiore (italiano) di Sanità che, analizzando le prime 750 cartelle cliniche di morti per Covid-19 ha rilevato che solo 15 non avevano alcuna patologia cronica pregressa (e quindi molti potrebbero essere morti con il Covid-19 e non per).
Una seconda ragione è che Svizzera e Germania sono stati più tempestivi dell’Italia ad attuare la quarantena degli anziani a rischio (la Svizzera una settimana prima dell’Italia, la Germania 3 giorni prima). E questa quarantena è stata rispettata rigidamente cosa che in Italia non è avvenuta nelle RSA dove i parenti sono andati nei primi giorni di “chiusura”.
Per tutte le altre chiusure, raccomandazioni e distanziamenti l’Italia è invece partita prima.
Un terzo aspetto potrebbe essere che la chiusura delle scuole dell’Italia avvenuta per prima in tutta Europa con grande anticipo (8-9 giorni prima su tutti gli altri Paesi europei) non abbia sortito gli effetti sperati. Perché? Forse avendo noi il 20% di nonni che vivono in famiglia (caso unico in Europa con percentuali così alte), c’è stato un contagio da parte dei figli-nipoti verso i nonni.
La quarta causa potrebbe essere l’impreparazione degli ospedali (come dice un report dell’OMS) che ha trasformato l’ospedale di Bergamo (in particolare) in un vettore di contagio (il 10% dei contagiati sono medici e infermieri).
Poiché alcuni Paesi (UK, Svezia) hanno un ritardo sull’Italia di 7-8 giorni potrebbe succedere che nei prossimi 7-8 giorni raggiungano sia i tassi di contagio dell’Italia che i tassi di mortalità (ma al momento appare difficile), e solo allora si potrà fare una valutazione corretta, cioè attorno a Pasqua. Per la Germania pare sia difficile dire che sta “inseguendo” l’Italia, perché si ipotizza che il contagio sia iniziato nello stesso giorno dell’Italia in quanto il paziente 0 sarebbe una cinese di Shangai che ha fatto un incontro in Germania a cui partecipò il nostro famoso paziente 1 di Codogno (il manager di 38 anni ora guarito).
Per ora possiamo dire che, guardando i dati, soprattutto a Bergamo e in Lombardia, qualcosa non ha funzionato.
scritto da Andrea Gandini