Il nostro blog non vuole certo proporre una lettura politica e nemmeno storica: non è nelle nostre corde. Come non è nelle nostre corde demolire personaggi storici famosi riportando riletture di fatti di costume del passato rievocando le vite di re, di primi ministri, di artisti che hanno vissuto la vita in una doppiezza etica tra azione pubblica e comportamenti privati.
Mio figlio quasi 25 anni fa mi raccontava scandalizzato del suo soggiorno di volontariato in Ecuador dove era pratica corrente che i padri portassero i figli alla prima esperienza sessuale in un bordello. Di fatto ricordo anche i racconti di famiglia tra gli anni trenta e quaranta che questa pratica di “sverginamento” era costume corrente anche in Italia e che la frequenza ai bordelli era motivo di ritrovo e di sfogo per i mariti desiderosi di esercizi sessuali oltre la pratica familiare della posizione del missionario (ricordate le camicie da notte con il buco e ricamato a corona “non lo fo per piacer mio ma per piacere a Dio”?).
Nulla di nuovo sotto il sole e nessuna volontà persecutoria. Ciò che allora era tacitamente e nascostamente lecito, oggi per fortuna non lo è più anche se ha assunto una dimensione totalmente nuova di libertà sessuale come diritto maschile e femminile (quello che due partner consezienti fanno sotto le lenzuola riguarda solo loro due) con una estensione sempre condannata, ma mai sufficientemente prevenuta di pedofila orribile ancora nascostamente praticata nel segreto delle famiglie (non solo quelle povere o poco istruite...) e ancor più con il turismo sessuale pedofilo e la pedopornografia via web.
Questo liquido di sentina sociale si accumula e si stratifica ignorato o taciuto sul fondo della barca, ma ancora oggi ogni tanto sciaborda fuori nella cronaca e allora se ne fa momentanea memoria per poi lasciarlo ricadere tra i meandri delle fosse biologiche che portano i nostri liquami nei posti sconosciuti e nascosti della storia, nella speranza che si trasformino da soli da letame a fertilizzante sociale. Un processo lungo che come in ogni compostatore ha però necessità di essere rivoltato dalla parola, dalla discussione aperta senza tolleranza e senza colpevolizzazione a posteriori, ma certamente senza dimenticare e distinguendo tra la pratica di costume (lo fanno tutti) e la pratica di etica individuale.
Orbene sicuramente il madamato di Montanelli era pratica corrente da parte dei colonizzatori, ma questo non significa che era individualmente obbligatorio. Montanelli poteva rifiutare l'offerta di Destrà dodicenne. Allora che dire: certamente Montanelli non ha contravvenuto ad alcuna legge di allora, poteva rifiutare Destrà e non lo ha fatto. Per questo non è possibile invocare la colpevolezza, ma nemmeno la tolleranza (anche allora i minori non erano adulti).
Rimane oscuro perché Montanelli abbia ricordato di suo pugno questo fatto esecrabile della sua vita. Poteva tacerlo, come hanno fatto tanti, consapevoli degli atti di sentina che tutti noi possiamo aver commesso nella nostra vita, avvolgendolo in una analisi di colpa interiore che riguardava solo la sua dimensione umana. Non lo ha fatto, anzi forse per sottolineare quanto esecrabile fosse quel costume, l'ha reso pubblico sulla sua persona.
Mi chiedo però se questo in effetti non sia stato altro che un atto di narcisismo. Se così fosse avvolgerei l'avvenimento in un'aura di pietas per la persona, ma mi convinco che un simile atteggiamento con lui vivo altro non sarebbe che un insulto per una persona di rara professionalità ed intelligenza, ma sostanzialmente e umanamente egocentrica.
scritto da Alessandro Bruni