Il cervello è l’organo umano più complesso. Controlla praticamente ogni funzione del corpo: dal pensiero razionale, alle emozioni, dal battito cardiaco, alla respirazione, dall’assunzione di cibo e acqua, al sonno e al sesso. In un’ottica di miglioramento della qualità della vita e del benessere, mantenere il cervello in salute è un chiaro prerequisito.
In una visione di complessità, anche le patologie del Sistema Nervoso Centrale (SNC) sono estremamente complesse da un punto di vista patogenetico, spesso multifattoriali, complesse nella diagnosi e nella cura rispetto ad altre patologie. Inoltre, oggi sappiamo che le patologie del SNC danno origine a un livello di disabilità estremamente elevato che è ampiamente riconosciuto.
In Europa, circa 179 milioni di cittadini vivono, o hanno esperienza nella loro vita, con una patologia cerebrale, ed è stato calcolato che le patologie del SNC rappresentano circa il 45% del bilancio sanitario annuale in Europa, per un totale di circa 800 miliardi di euro all’anno (Gustavsson A. et al., 2011; Di Luca M. and Olesen J., 2014).
Questo costo non tiene ovviamente in considerazione, né lo potrebbe, tutte le conseguenze che queste patologie hanno non solo per il paziente, ma per l’ambiente e per coloro che lo circondano e se ne prendono cura, del tempo dedicato all’assistenza e alla conseguente assenza dalla partecipazione attiva e produttiva alla società. Questi costi di impatto socio-economico, che comunque fanno riflettere, riassumono semplicemente l’onere economico, trascurando l’impatto sociale ed emotivo.
Altri aspetti contribuiscono ad aumentare la complessità di questo quadro. Con l’aumento dell’aspettativa di vita e l’invecchiamento della popolazione in Europa, la prevalenza dei più comuni disturbi neurologici e psichiatrici aumenterà notevolmente (Morris et al., 2015).
C’è solo una risposta a queste osservazioni: concentrare i nostri sforzi sull’aumento della nostra comprensione del cervello e dei suoi disturbi attraverso scoperte e progressi nelle neuroscienze di base. Abbiamo bisogno di comprendere come i diversi meccanismi molecolari, agendo a livello di circuiti neuronali specifici, possano influenzare l’elaborazione delle informazioni, e come questi processi vengano integrati in circuiti neurali diversi per controllare il comportamento in situazioni sia normali sia patologiche.
Per apprezzare la complessità del sistema, abbiamo bisogno di rafforzare una continua comunicazione tra diversi campi di ricerca per capire come il cervello integra la sua attività con quella di altri sistemi, tra cui il sistema immunitario, il metabolismo, il sistema vascolare e come, in presenza di patologie del SNC, questa integrazione sia danneggiata o addirittura persa.
Solo capendo come interagiscono questi livelli potremo essere in grado di sviluppare una chiara comprensione di come i processi neuronali controllano la fisiologia comportamentale, definendo in tal modo strategie per affrontare l’importante sfida sociale dei disturbi cerebrali sia nello sviluppo, sia nell’età adulta.
Per raggiungere questo obiettivo, è necessario il coinvolgimento della comunità scientifica e clinica a tutti i livelli e l’impegno di tutti i settori per consentire alla popolazione europea di beneficiare delle scoperte e per tradurre i progressi delle neuroscienze di base in nuovi strumenti diagnostici e trattamenti per i disturbi cerebrali.
Oggi possiamo dire che il futuro è già oggi e che questa integrazione di settori e competenze, in alcuni casi, ha già portato a risultati eclatanti permettendoci di curare patologie fino ad ora totalmente orfane. L’auspicio è che si mantengano le condizioni per continuare e per consentirci di affrontare una delle sfide più importanti del nostro secolo: la cura delle patologie del cervello.
scritto da Monica Di Luca, editoriale pubblicato in Quaderni della SIF, maggio 2020
segnalato da Alessandro Bruni
Un tentativo di inquadramento socio-sanitario delle malattie del sistema Nervoso Centrale alla luce anche della pandemia da Covid-19
Si valuta che le malattie del sistema nervoso centrale (Snc) in Europa siano pari a 1000 miliardi di Euro. Una cifra esorbitante che rende queste patologie la sfida economica numero uno per l'assistenza sanitaria europea ora e in futuro. Un valore che è destinato ad aumentare semplicemente per via del continuo aumento della aspettativa di vita nel Vecchio continente.
Per far fronte all’emergenza, si invoca un intervento più deciso della politica, che potrebbe declinarsi nella semplificazione delle procedure, riducendo la burocrazia o forse nel prolungamento dei brevetti per i farmaci per il Snc.
Il costo annuale di disturbi del Snc, quali depressione, ansia, insonnia e demenza, stimato in Europa in 2.500 euro pro capite, è più del doppio rispetto alla stima fatta da un precedente studio dello European Brain Council, pubblicato nel 2011. La cifra è superiore rispetto a quella calcolata per la cura di malattie croniche, tra cui malattie cardiovascolari e il cancro. L'ultimo documento ha rilevato che i costi sanitari diretti legati alle malattie del Snc, tra cui quelli legati al trattamento, rappresentano almeno il 25% della spesa sanitaria totale dell'Unione europea, mentre i costi indiretti aumentano "notevolmente" l’impatto complessivo.
L’impatto crescente e il costo in salita delle malattie del Snc sono una vera e propria “bomba a orologeria" sociale e sanitaria. Senza contare che, a causa del progressivo invecchiamento della popolazione europea, le malattie degenerative in particolare sono destinati a diventare più frequenti.
A questa condizione socio-sanitaria europea bisogna aggiungere l'ultima emergenza determinata dal coronavirus. Le prime informazioni più dettagliate su questo tema sono emerse da uno studio retrospettivo, pubblicato su The Lancet Neurology, a cura di autori cinesi che hanno raccolto i dati di pazienti con diagnosi confermata di infezione da SARS-CoV-2, ricoverati in 3 ospedali di Wuhan, epicentro del focolaio iniziale. Su 214 pazienti arruolati nello studio, 78 (36,4%) presentava sintomi/segni neurologici. Le condizioni neurologiche individuate sono state classificate in 3 categorie:
- patologia da compromissione del Sistema Nervoso Centrale (SNC): cefalea, vertigini, compromissione dello stato di coscienza, perdita della coordinazione motoria, patologia cerebrovascolare acuta ed epilessia;
- segni di interessamento del Sistema Nervoso Periferico (SNP): riduzione/perdita del gusto e/o dell’olfatto) e nevralgia;
- danno muscolare scheletrico, spesso associato a compromissione epatica e renale.
La compromissione neurologica era più probabile nei pazienti con infezione più severa e le patologie neurologiche più frequentemente riscontrate sono state la malattia cerebrovascolare acuta, la compromissione dello stato di coscienza e il danno muscolare.
Inoltre, diversi neurologi attivi in ospedali del Nord Italia hanno dichiarato varie volte che molti pazienti hanno presentato come manifestazione iniziale di COVID-19 ictus, stato confusionale acuto o sintomi di encefalite e, solo successivamente, hanno manifestato un’insufficienza respiratoria acuta.
scritto da Alessandro Bruni