di Catia Lo Russo.
Uno studio ha indagato la motivazione in adolescenza a inviti di inclusione sociale e le strategie di regolazione emotiva nei casi di esclusione sociale. Nell’adolescenza, quando stabilire e mantenere relazioni sociali soddisfacenti è un compito fondamentale per lo sviluppo, la solitudine cronica è legata ad una serie di esiti negativi.
La solitudine, definita come la risposta emotiva negativa a una discrepanza tra la propria rete sociale desiderata e quella effettiva, è un’esperienza relativamente comune durante questa fase evolutiva. La sua prevalenza elevata è probabilmente dovuta a vari cambiamenti nelle aspettative sociali, nei ruoli e nelle relazioni.
Durante la tarda adolescenza, ad esempio, il passaggio alla vita lavorativa o all’università è una sfida in termini di mantenimento di una rete interpersonale sociale soddisfacente, di creazione di nuove relazioni e di rimodellamento di quelle esistenti. La solitudine cronica durante questo periodo della vita rappresenta un serio motivo di preoccupazione, in quanto è associata a vari esiti negativi in termini di salute mentale. In particolare, le ricerche precedenti hanno trovato una forte associazione tra la solitudine cronica e i sintomi depressivi nell’infanzia e nell’adolescenza, tra la solitudine cronica e l’ansia, l’ideazione suicidaria e l’aumento del rischio di problemi di salute fisica.
La solitudine temporanea ha un importante ruolo adattivo nel funzionamento sociale degli individui: può segnalare un deficit nelle interazioni sociali e quindi suscitare un tentativo riparatore di cercare o ristabilire un contatto sociale. Quando questa diventa cronica, l’individuo diventa ipervigile nei confronti della sfera sociale, al punto da vedere il mondo relazionale come un luogo più minaccioso: egli, a sua volta, tenderà ad isolarsi ulteriormente così da difendere se stesso dalle minacce, generando maggiore solitudine.
Il presente studio si è concentrato sull’indagine di (a) inclinazione e motivazione degli adolescenti ad accettare inviti di inclusione sociale e (b) le loro strategie di regolazione delle emozioni di fronte all’esclusione sociale.
scritto da Catia Lo Russo, pubblicato in State of Mind del 3 novembre 2020
sintesi di Alessandro Bruni
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