di Andrea Gandini.
Abbiamo analizzato alcuni paesi significativi per capire come stanno andando le cose nella strategia di contrasto al Covid. I dati più significativi sono i morti per Covid per milione di abitanti e la crescita della mortalità negli ultimi 70 giorni (dal 30 agosto all’ 11 novembre).
Nella tabella a seguire sono indicati alcuni paesi selezionati in ordine decrescente per mortalità per milione di abitanti all’ 11 novembre e la variazione della mortalità negli ultimi 70 giorni (settembre, ottobre e la prima parte di novembre). Come si può notare ci sono alcuni Paesi che vanno “molto male” (Spagna, Usa, Francia) perché hanno una elevata mortalità e anche una variazione molto alta negli ultimi 70 giorni (oltre il 30%). Poi ci sono paesi che vanno “malino” (Italia, Regno Unito, Olanda) che hanno una alta mortalità e una variazione negli ultimi 70 giorni prossima al 20%. Infine Paesi che vanno “abbastanza bene” come la Germania che ha una mortalità bassa e una variazione negli ultimi 70 giorni però alta (27%) e i paesi nordici o perché hanno una bassa mortalità (8%) seppure in crescita negli ultimi 70 giorni o come la Svezia che ha una mortalità alta (600 rispetto a 721 dell’Italia) ma che negli ultimi 70 giorni ha avuto una delle più basse crescite nel mondo (4%).
Tabella 1. Morti per milione di abitanti e variazione percentuale di morti dal 30 agosto al 11 novembre
Morti per Milione di abitanti | Var. % ultimi 70 giorni | Morti totali | ||
Spagna | 841 | 35,6 | 39.345 | |
USA | 724 | 32 | 239.671 | |
Regno Unito | 734 | 20 | 49.861 | |
Italia | 712 | 21 | 42.953 | |
Francia | 629 | 34 | 41.062 | |
Svezia | 600 | 4 | 6.057 | |
Paesi Bassi | 478 | 31 | 8.211 | |
Germania | 140 | 27 | 11.781 | |
Danimarca | 129 | 20 | 750 | |
Finlandia | 65 | 8 | 363 | |
Norvegia | 52 | 8 | 285 |
Vale la pena analizzare approfonditamente la Svezia in particolare perché è uno dei pochi paesi che ha adottato sin dall’inizio un atteggiamento in netta controtendenza rispetto agli altri Stati europei ed extraeuropei dicendo no al lockdown e a qualsiasi forma di restringimento delle libertà collettive. Nessuno è mai stato obbligato a rinchiudersi e le istituzioni svedesi hanno suggerito di stare all’aria aperta. Stare a casa infatti vuol dire mangiare di più, deprimersi e quindi abbassare il sistema immunitario. È stata promossa l’attività fisica all’aperto per tutti i cittadini nella consapevolezza che un buon sistema immunitario è la prima difesa contro i virus. Il Governo socialdemocratico si è sempre rifiutato di introdurre lo “stato di emergenza” e ha sempre dato delle raccomandazioni. La Svezia ha portato avanti sin dall’inizio questo tipo di strategia perché la considera più efficace nel lungo periodo, in quanto consente di “convivere” col virus senza colpire duramente l’economia e le libertà civili.
Forme lievi di contagio che non si traducono in malattia favoriscono inoltre l’aumento di persone immuni. L’epidemiologo Anders Tegnell, direttore dell'Agenzia di sanità pubblica svedese, responsabile della strategia, considera il covid un virus che nell’80% dei casi è asintomatico, nel 15% dà una sintomatologia di tipo influenzale e solo nel 5% dei casi porta ad ammalarsi (dati, peraltro, analoghi per l’Italia). La letalità è pari allo 0,3% (rapporto tra contagiati e morti) che viene considerata bassa, anche se è molto alta per gli over 80, da qui le raccomandazioni sin da marzo di proteggersi. La media dei morti è infatti (come in Italia) di 82 anni e riguarda persone con molte patologie. Quasi il 54% è deceduto nelle case di riposo (40% in Italia).
In Italia si è spesso detto che la Svezia avesse adottato questa strategia diversa perché poco popolata. In realtà a Stoccolma ci sono 960mila abitanti, più che a Torino (867mila) e la densità della capitale svedese è di 5.129 abitanti per Km. quadrato, maggiore di quella di Roma (2.195). Eppure i morti (per milione di abitanti) sono all’ 11 novembre 600 contro i 721 dell’Italia (-17%). Inoltre negli ultimi 70 giorni la mortalità è salita al tasso più basso al mondo (+4% rispetto al +21% dell’Italia o +36% della Spagna). E questo nonostante non sia stato fatto alcun lockdown e non vengano utilizzate le mascherine. Né si può dire che non ci siano assembramenti in quanto le regole prevedono, seppur distanziati, eventi al chiuso fino a 50 persone e i bar, ristoranti, cinema e teatri sono tutti aperti.
Molti credono che ciò sia dovuto al maggior rispetto delle regole degli svedesi ma questo è vero solo in minima parte. Molto infatti credo dipenda dalle politiche del Governo che ha dato precise raccomandazioni e soprattutto ha potenziato la sanità sia territoriale che ospedaliera perché, se non hai posti letto e soprattutto più personale sia in ospedale che nella medicina territoriale (così come nel tracciamento), tutto si trasforma in un’emergenza. Prima dell’emergenza c’erano 500 posti letto in terapia intensiva e sono stati portati dopo poche settimane a mille.
L’esercito svedese è stato impegnato per trasformare uno spazio fieristico in un ospedale covid potenzialmente operativo già a marzo che ha la potenzialità di arrivare a 2.400 posti letto. Le forze militari hanno anche convertito elicotteri dell’esercito in elicotteri ambulanza. Una scelta importante è stato sin dall’inizio che il Governo ha suggerito alle persone anziane e più vulnerabili di proteggersi ma non stando a casa perché è necessario passeggiare, prendere il sole e chi poteva si è trasferito in case di campagna per evitare contatti (ma anche in Italia ci sono 5,6 milioni di seconde case). Ai giovani e adulti senza patologie importanti è stato raccomandato di rispettare il distanziamento ed evitare posti affollati. Inoltre hanno ridotto gli ingressi nei centri commerciali e vietato le visite dei parenti alle case di riposo.
Gli studenti fino ai 16 anni hanno continuato ad andare a scuola in quanto si ritiene che i danni della didattica a distanza su oltre un milione di studenti sia ben maggiore di qualche ricovero in ospedale di qualche alunno. E’ infine possibile che la scarsa mortalità degli ultimi 70 giorni sia dovuta al fatto che il virus è circolato molto e che una parte ampia della popolazione si sia immunizzata. Un’ipotesi da verificare nei prossimi mesi.
scritto da Andrea Gandini