di Andrea Gandini.
La megacrisi non sta colpendo tutti ma soprattutto gli strati sociali che stanno sopra la nave in tempesta, altri sotto coperta sono protetti nelle loro cabine. Al vento e alla pioggia della tempesta sono innanzitutto i giovani che hanno uno stop senza precedenti nel trovare lavoro ma sono anche quelli più licenziati: su 800mila persone che hanno perso il lavoro, metà (416mila) sono giovani fino a 34 anni. Poi ci sono gli studenti che rischiano di perdere un intero anno di scuola. A seguire le donne (specie giovani) che sono da sempre a casa (a lavorare) senza lavoro retribuito o in smart working (chi lo fa) e allora devono seguire tre lavori (professionale, figli a casa da scuola, famiglia). Poi ci sono i precari o con contratti a tempo determinato (circa il 15% degli occupati complessivi che si sono ridotti di 677mila nel 2020) che non sempre vengono intercettati dai generosi bonus del Governo o non possono attivare la Naspi (disoccupazione) e tantomeno la Cassa integrazione erogata nel 2020 a quasi 10 milioni di occupati per una spesa monstre di 26 miliardi per il solo 2020. Il sussidio di disoccupazione (Naspi) si stima sarà nel 2020 tra i 5,5 e i 7 miliardi e ha coinvolto tra 550mila e 740 mila persone.
Colpiti sono anche molti dipendenti e piccoli imprenditori specie dei servizi commerciali, turistici, ristoranti, attività culturali, cinema e teatro. I piccoli imprenditori della manifattura che non hanno mercato estero. Più colpite sono anche le zone più periferiche (sia al sud che al centro nord) perché il lockdown unico nazionale ha colpito di più le aree deboli che hanno una struttura occupazionale meno protetta dai sussidi (Cig e Naspi) e molti più precari e lavoro nero (colf, badanti, immigrati,…).
Chi invece è sotto coperta al riparo della tempesta sono (per ora) i 16 milioni di pensionati che percepiscono 23 milioni di pensioni per una spesa che ha superato i 300 miliardi, i 3 milioni di dipendenti pubblici che non hanno avuto alcuna riduzione e anzi scioperano (pare) il 9 dicembre perché le risorse stanziate dal Governo per il rinnovo del contratto non sono considerate adeguate. Al sicuro (almeno fino al 31 marzo) sono i 10 milioni che possono percepire la Cassa integrazione anche se subiscono una decurtazione dello stipendio in media del 20%.
Poi ci sono alcune imprese (farmaceutiche, sanificazione, digitali, e-commerce, esportatrici) in fortissima crescita per cui alcuni economisti e giuristi suggeriscono di levare il blocco dei licenziamenti per favorire quanto prima una transizione (protetta e accompagnata da sussidi e formazione) dei lavoratori da imprese che licenziano ad altre imprese in espansione che non riescono a trovare personale, evitando un possibile grande crash down in primavera quando finirà il blocco dei licenziamenti.
Nuovi contagi ultimi 30 giorni per 100mila abitanti | ||||
Aosta | 2672 | |||
Torino | 2007 | |||
Bolzano | 1938 | |||
Trento | 952 | |||
Venezia | 1107 | |||
Verona | 1226 | |||
Vicenza | 1479 | |||
Padova | 1375 | |||
Rovigo | 828 | |||
Piacenza | 1321 | |||
Parma | 654 | |||
Reggio E. | 1275 | |||
Modena | 1348 | |||
Bologna | 1063 | |||
Ferrara | 702 | |||
Ravenna | 831 | |||
Forlì | 752 | |||
Rimini | 1080 | |||
Milano | 2505 | |||
Como | 2335 | |||
Varese | 2746 | |||
Brescia | 866 | |||
Bergamo | 516 | |||
Napoli | 1357 | |||
Salerno | 624 | |||
Avellino | 690 | |||
Reggio C. | 513 | |||
Cosenza | 261 | |||
Catanzaro | 191 | |||
Vibo Valentia | 146 | |||
Crotone | 348 | |||
Palermo | 636 | |||
Ragusa | 1033 | |||
Roma | 689 | |||
Pesaro | 400 | |||
Lecce | 234 | |||
Sassari | 316 |
La perdita di valore della produzione nel 2020 (sulla base del Pil) è stimata in 10,8%, pari a circa 133 miliardi. Per ora però rimedia lo Stato con generosi bonus, ristori vari e prestiti, anche se ciò comporta un aumento del debito al 160% del Pil, il terzo valore in assoluto più alto degli ultimi 150 anni e analogo ai periodi peggiori di guerra, che graverà sulle spalle dei futuri cittadini.
Nei prossimi 10 anni gli interessi sul debito dovrebbero rimanere abbastanza stabili, se si rimane però dentro l’Europa che garantisce per il nostro debito. Enorme la sfida dei prossimi anni a causa dell’alto debito: spendere bene l’ingente somma straordinaria che ci arriva dall’Europa (200 miliardi di cui 88 a fondo perduto, il 27% del totale quando noi pesiamo per il 10%).
Che le cose vadano malissimo per un terzo della popolazione e abbastanza bene (almeno economicamente) per 2/3 si capisce dall’aumento del risparmio nei conti correnti bancari che sono lievitati nel primo semestre del 2020 di quasi 100 miliardi. Come si può notare alcune province (Ferrara, Roma, Milano) hanno incrementi molto più bassi di altre (+ 2,6%, -2%, +2%). Poiché la media nazionale è attorno al 7-8% (ma a Bergamo e Modena il risparmio è salito di oltre il 10% in 6 mesi), ciò significa che la megacrisi colpisce in modo differenziato. Si tratta di medie e quindi è probabile che metà famiglie (o più) stiano riducendo il risparmio e altre (le più protette) si rafforzano. I romani sembrano quelli che stanno peggio in quanto la media del risparmio scende del 2%.
scritto da Andrea Gandini