di Andrea Gandini.
In rete gira un bel video di uno spettacolo teatrale di e con Claudio Tomaello. In particolare si fa riferimento alla fiaba originale dei fratelli Grimm per distinguerla dalla favola del noto film di Walt Disney che vede due scene fondamentali (la fata e i rintocchi di mezzanotte) che nell’originale dei fratelli Grimm non ci sono.
Le fiabe dei fratelli tedeschi scritte nell’Ottocento (anche con l’aiuto di Clemens Brentano) sono il risultato (per loro ammissione) dei racconti orali che si tramandavano a memoria ed avevano una profonda saggezza popolare che sa parlarci ancora oggi. Il protagonista (Tomaello) vuole fare una tesi sul Covid e sceglie un professore “eretico” (che è già stato bollato in passato per indagini e posizioni fuori dal coro), perché ha molti dubbi sulla narrazione che mass media e tv fanno del Covid.
Il professore gli consiglia però prima di addentrarsi nei dati oggettivi di leggere la fiaba di Cenerentola che lui crede di conoscere ma che in realtà scoprirà del tutto diversa. E’ nella favola di Walt Disney infatti che si descrive una Cenerentola ubbidiente alla matrigna (autorità), che lava i pavimenti in continuazione e che rimane passiva in attesa di una magia (la fata) che trasformerà una zucca in una carrozza.
Nella fiaba dei Grimm Cenerentola non è per niente “addormentata”. E’ vero che lavora duro e alla sera “quando era stanca, non andava a letto, ma doveva coricarsi nella cenere accanto al focolare. E siccome era sempre sporca e impolverata, la chiamavano Cenerentola”
Ma è una tipa molto decisa e mentre le sorelle chiedono al papà come regalo dei “bei vestiti”, lei chiede di portargli il primo rametto che “vi urta il cappello sulla via del ritorno”. Il padre le porterà dunque un ramo di nocciolo che Cenerentola pianterà sulla tomba della madre e che crescerà bello e grande per le sue lacrime.
Cenerentola verrà poi aiutata sia dagli uccellini che dal nocciolo quando lei lo chiederà: "Scrollati pianta, stammi a sentire, d'oro e d'argento mi devi coprire!". Allora l'uccello le gettò un abito d'oro e d'argento e scarpette trapunte di seta e d'argento. Cenerentola indossò l'abito e andò a nozze. Ma le sorelle e la matrigna non la riconobbero e pensarono che fosse una principessa sconosciuta, tanto era bella nell'abito così ricco”.
Nella fiaba originale dei Grimm Cenerentola è una persona attiva, non si fa condizionare dalla matrigna (autorità) ed è lei a prendere la decisione di andare al ballo. La fiaba è una metafora dell’importanza di non farsi addormentare (dalla narrazione dei mass media) e dagli incantesimi (delle parole e dello stare a casa), di avere coraggio nelle proprie idee, di saper prendere l’iniziativa, di essere critici, di analizzare oggettivamente i dati e non farsi prendere però neppure dalla rabbia (negazionisti) che come un fuoco ti brucia e non ti aiuta.
Lo spettacolo teatrale dura 55 minuti e vale la pena di vederlo.
scritto da Andrea Gandini