di Domenico De Simone.
"Testimoni di prossimità" …… una bussola per nuove relazioni di comunità e nuovi scenari di futuro
La lettura dell’ultima pubblicazione di Livio Ferrari, edito dalle Paoline, offre spunti e riflessioni, per quei volontari ‘’adulti’’ che non si limitano solo a fare i "barellieri della storia", ma intendono cimentarsi con passione educativa per inventare tutto ciò che di più umano non ancora è stato sperimentato.
Questo contributo\testimonianza arriva nel tempo delle incertezze, in cui siamo chiamati ad un "lungo durante", per ri-scrivere e ri-declinare forme intelligenti ed innovative di una nuova pedagogia comunitaria orientata a "reinventare il lavoro sociale".
Il contenuto centrale della testimonianza di Livio si muove lungo un arco trentennale di esperienze condivise, radicate in uno dei luoghi\limite, il carcere, in cui si consuma una delle forme collettive più odiose di vendetta, rimozione, indifferenza.
Nasce da qui, da queste radici che si sono fatte memoria, la visione di proporre ed animare il movimento "NO PRISON", un invito a "pensare in grande", a riandare alle cause che provocano guasti, solitudini, povertà, ghettizzazioni ed a proporre soluzioni ispirate ad una giustizia riparativa.
C’è molto altro in questa bussola, in primis, la constatazione delle "motivazioni" che ispirano ed orientano a questo impegno altruistico e di vicinanza, non basta lo slancio episodico del buon cuore, servono idealità "forti, pensate", è essenziale che chi sceglie di essere volontario adulto abbia una sana teoria in testa, ben oltre la vulgata delle banalizzazioni di chi predica "la spontaneità dei volontari a tempo intermittente".
Attualissime e ricche di sollecitazioni propositive sono le tante pagine ed indicazioni dedicate alla formazione sociale, non intesa come mero addestramento al "fare" quanto e di più come formazione sociale orientata all’"essere", che ci riguarda oltre che come operatori sociali, anche e di più come cittadini attivi che intendono spendersi nella società e nei territori, come cellule vive di nuove ed inedite "comunità educanti".
Tre accostamenti\ripensamenti hanno indotto in chi scrive lo scorrere queste pagine, dense di idealità, intrise di speranza… futuro…fraternità, …che provo, confusamente a sintetizzare….
1. Il "Pentagolo di don Tonino Bello", datato 1991, che invitava il volontariato ad essere "scomodo", a "scegliere e condividere le ansie dei poveri", a ri-connotarsi continuamente nelle sue performance in un mondo che cambia, a ri-collocarsi per essere icona di pace e foriero di fraternità.
2. "Dove va il volontariato" di don Giovanni Nervo, un piccolo libretto dove si ammoniva il volontariato di non tradire la propria mission, perdendo la sua autonomia ed originalità, annacquando la sua identità e lo invitava a fare della formazione dell’aggiornamento costante la cartina di tornasole per non smarrire la coerenza etica del suo agire sociale.
3. "Dalla terra permessa alla terra promessa" , il libro\testamento di Luciano Tavazza, antesignano ed apripista del moderno volontariato dell’adultità, con il quale Livio ha condiviso decenni di protagonismo nell’ambito della promozione, qualificazione e del collegamento nel settore Giustizia e che ci ha incamminati a percorrere sentieri formativi per andare oltre il volontariato… in direzione di una giustizia sociale per tutti, che coniughi Vangelo e Costituzione.
C’è più di un motivo, in questo tempo di attese, di sospensione, di incertezze ma anche di avvento, speranza, ripensamento …..tempo inedito di soste formative e di riflessione, per ripensare\ripensarsi, per re\immaginare un futuro che rigeneri, nella ferialità, legami che fanno bene ed osino più fraternità.
Per questo, servono un gran numero di "Testimoni di prossimità".
scritto da Domenico De Simone