di redazione del blog a cura di Alessandro Bruni.
Pubblichiamo volentieri nello spirito di un sincero e corretto confronto, il commento di un attento lettore e la risposta dell'autore del post da noi pubblicato in precedenza. Sugli esiti del lockdown in Svezia recentemente si sono espressi molti esperti ciascuno portando sue interpretazioni di una materia che può essere studiata in differenti modi e che, come in Italia, più che espressioni di opinioni avrebbe bisogno di una competenza plurima piuttosto che di una specifica. Ovvero, di una competenza che unisse considerazioni diverse piuttosto che esacerbarne le singolarità, portando a fusione concettuale l'aspetto sanitario con quello sociologico ed economico. Come in Svezia, anche in Italia siamo ancora lontani dalla sintesi unitaria e, data la complessità scientifica del tema, dobbiamo ancora accettare e confrontarci sulle diverse interpretazioni. Si badi bene non per giungere ad una negoziazione dei dati (che devono essere indubitabili sulla base delle autorità delle fonti), ma per accettare le interpretazioni di altri specialisti o osservatori del settore. Buona lettura!
Commento di Lorenzo, nostro attento lettore,
Buongiorno,
non sono un quotidiano lettore del vostro blog, e mi scuso per questa mail. Mi sono solamente imbattuto nel vostro recente articolo seguendo una semplice ricerca google e non ho potuto fare a meno di leggerne il contenuto.
Apprezzo la vostra opera di divulgazione e rispetto la bontà delle affermazioni, ma avendo vissuto in Svezia fino all'esplosione del Covid, ed essendo dovuto tornare proprio in Italia per la malagestione della crisi nel paese nordico, mi vedo costretto a smentire alcune affermazioni presenti nell'articolo.
In questo momento l'area di Stoccolma è una tra le regioni più colpite in Europa, con ospedali che hanno raggiunto il picco già a dicembre e la vicina Finlandia (che, al contrario, ha seguito rigidamente i protocolli di lockdown e ha avuto un'incidenza di casi di un decimo della Svezia) si è sentita persino costretta ad offrire il proprio aiuto e i propri spazi ospedalieri alla Svezia.
Purtroppo secondo la mia esperienza personale, e quella di altre testimonianze e articoli online, mi sentirei di dire come la strategia svedese sia risultata fallimentare e come, il picco di casi questo inverno smentisca ogni ipotesi di herd immunity raggiunta nella capitale, ergo, la fallacia di tale strategia.
Essendo la Svezia più volte innalzata come paladino ed esempio nel suo approccio alternativo, mi sento sempre fortemente portato a precisare come siano davvero andate le cose per evitare il propagarsi di informazioni erronee e distorte e vi inviterei ad aggiornare le vostre informazioni a riguardo.
Vi ringrazio per l'attenzione e mi scusiate per questa nota che non vuole essere polemica, ma piuttosto rispettosa del vostro lavoro e della ricerca di veridicità nei fatti.
Un saluto e, ora che vi ho scoperti, arrivederci sulle vostre pagine!
Lorenzo
Risponde Andrea Gandini, autore del post
Gentile lettore Lorenzo,
il nostro intento è quello di dare informazioni corrette (fonte: John Hopkins University). Tutti gli esperti concordano che l’indicatore chiave è il numero di morti Covid e le confermo, come avevo già scritto, che la Svezia ha avuto dal 30 agosto 2020 al 28 gennaio 2021 la minor crescita di mortalità tra tutti i paesi europei con una variazione percentuale del 97,9% rispetto per esempio a +148% dell’Italia ed è migliore della stessa Finlandia (+98,3%) anche se, come dice lei Finlandia, Olanda, Danimarca e Norvegia hanno avuto molti meno morti Covid dall’inizio ad oggi. Ma non si vede perché i confronti si debbano fare solo con questi paesi e non con tutti i paesi europei. Considerando infatti i morti per Covid per milione di abitante in totale la Svezia, pur non avendo adottato duri lockdown, ne ha il 30% in meno di Italia, Regno Unito e meno di Francia e Spagna. E’ quindi un caso interessante da seguire proprio perché è uno dei pochi ad avere seguito una strategia diversa che cerca non solo di ridurre i morti ma di produrre i minori danni all’economia, agli studenti e alle libertà delle persone che le assicuro hanno un peso enorme sulla vita di milioni di cittadini, di studenti, di anziani e di bambini.
Andrea Gandini