di Andrea Gandini. Economista, analista del futuro sostenibile.
Il libro che ha scritto Francesco Lauria “Sapere Libertà Mondo, la strada di Pippo Morelli” (ed. Lavoro pag.500, 28 euro) è un racconto molto ricco e documentato di 40 anni di storia italiana (dagli anni ’50 agli anni ‘90) in cui siamo passati da “poveri ma belli” a “benestanti… e un po' meno belli”. Il libro racconta le vicende politico sindacali attraverso la storia di un sindacalista (Pippo Morelli) che è stato anche un protagonista “eretico” di quella stagione.
Lauria ha impiegato 10 anni di studi per comporre questo libro straordinario che racconta gli snodi fondamentali di quell’epoca attraverso gli occhi (e il cuore) di un sindacalista poliedrico come lo definisce Manghi nella prefazione, “che era sempre due o tre metri avanti nella contrattazione, nella formazione, come scopritore e motivatore di giovani e nel saper cogliere con netto anticipo la radicalità della questione ambientale”.
Sono gli anni del “miracolo italiano” che non ci sarebbe stato senza quel sindacalismo competente e di massa che riuscirà a redistribuire verso i lavoratori, i pensionati e i disoccupati gran parte del valore aggiunto prodotto dal paese e che, proprio sulla base di queste enormi conquiste dei lavoratori (pensioni, salute, scuola, inquadramento unico, cassa integrazione, maggiori salari tramite una contrattazione –anche aziendale prima inesistente-), spingerà l’innovazione nelle imprese e lo sviluppo.
Morelli viene da una famiglia cattolica e partigiana di Reggio Emilia ed è uno dei pochissimi laureati (1955) che sceglie il sindacato anziché l’università. Valori profondi maturati in famiglia e nell’esperienza scout che mai abbandonerà (e che gli costeranno un po' di carriera). Dirigente della Fim-Cisl, sarà uno degli inventori delle “150 ore di studio”, che consentiranno a moltissimi operai di prendere la terza media. Un sindacalista unitario che soffrirà moltissimo (pur difendendo la linea della Cisl) la rottura sindacale del 1984.
Con Beppe Stoppiglia si reca nel 1981 in Brasile per sostenere il nascente sindacalismo indipendente dalla dittatura e aiuterà per 12 anni il giovane sindacalista Lula che gli sarà riconoscente visitandolo (in forma privata da presidente del Brasile), nella sua famiglia a Reggio dove è accudito amorevolmente dalla moglie Susanna per un grave ictus avuto nel 1993 di ritorno dal Brasile.
Pippo, che molti di noi hanno conosciuto e amato, è stato socio attivo in Macondo, protagonista con Pierre Carniti della primavera sindacale della Fim e della Cisl di Milano negli anni sessanta, direttore del Centro studi nazionale Cisl di Firenze. Ho avuto l’onore di essere scelto come suo assistente e a capo dell’ufficio studi quando fu segretario della Cisl Emilia-R. dal 1978 al 1985. In quegli anni Beppe Stoppiglia guidava la formazione, Enrico Giusti la cooperazione internazionale (preti operai a Bologna insieme al nostro presidente Gaetano Farinelli).
Mi ha sempre colpito in lui l’anteporre in modo assoluto i suoi valori e le sue convinzioni a qualsiasi logica di carriera e di potere. E non credo sia un caso che dopo i 5 anni da direttore del Centro Studi Nazionale abbia scelto di lavorare nel Parco del Gigante del suo Appennino reggiano e di proseguire l’impegno verso il Brasile. In Italia finiva nel 1994 la Prima Repubblica e con essa una grande stagione di rinascita del Paese e di conquiste per i lavoratori e si apriva un declino che ancora oggi permane. Ho sempre pensato che quella scelta “eretica” di occuparsi della natura e del Brasile fossero un modo “profetico” di segnalare nuovi orizzonti.
«Pippo è stato un sindacalista sempre con la schiena dritta, un uomo forte e resistente, talmente trasparente e vero da diventare scomodo, come tutti i profeti. Sì, perché Pippo è stato ed era un profeta, anche nel sindacato, per la sua genialità e la sua capacità di leggere i segni dei tempi, con l’occhio innocente di un bambino scanzonato» (Giuseppe Stoppiglia, Pippo Morelli, un Maestro del nostro tempo, in Madrugada n. 91, settembre 2013).
scritto da Andrea Gandini