di Sergio Belardinelli dall'Italia e di Eriberto Sena dal Brasile
Dall'Italia all'Amazzonia, dal mondo ricco al mondo povero la paura è strisciante, la comunicazione ambigua, e le posizioni fideistiche non sono appannaggio dei soli poco istruiti.
Italia
Ma che cosa sta accadendo con i vaccini? Fino a ieri sembrava che il vaccino AstraZeneca non potesse essere somministrato agli over 55, ma l’Aifa, l’Agenzia italiana del farmaco, ha deciso che sia somministrabile a tutte le persone sane fino a 79 anni. L’EMA, l’Agenzia europea, pur non escludendo che il suddetto vaccino potesse essere efficace anche per persone più anziane, aveva tuttavia dichiarato che «non ci sono ancora abbastanza risultati relativi a persone con più di 55 anni per poter dire quale sia l’efficacia del vaccino (AstraZeneca) su questo gruppo di persone». In alcuni paesi, come la Svizzera, pare che tale vaccino non sia stato nemmeno autorizzato.
Che cosa deve fare dunque un quasi Settantenne come il sottoscritto, che non sa nulla di vaccini, si fida dei vaccini, ma quando ne sente parlare ha l’impressione che le opportunità politiche abbiano il sopravvento su quelle sanitarie?
Fino a ieri sapevo che, arrivato il mio turno, mi sarei dovuto vaccinare con il vaccino Pfizer, oggi vengo a sapere che va bene anche AstraZeneca. Solo che in questo trambusto informativo sorgono spontanee alcune domande: mi fanno fare il vaccino AstraZeneca perché davvero è efficace o perché il Pfizer non è disponibile? Mi conviene vaccinarmi comunque subito o mi conviene aspettare?
Siccome non sono un medico, dovrò ovviamente parlarne con il mio medico, cosa che di solito faccio fideisticamente. Ma in questo caso sento una strana inquietudine, come se la questione vaccini, anziché basarsi sull’evidenza medica, si basi sulla convenienza politica. Sarà una sorta di effetto Trump. Ma l’insistenza dell’ex presidente americano (e non solo lui) sul fatto che il vaccino sarebbe comunque arrivato in pochi mesi e che quindi tutti dovevano starsene tranquilli, come se la pandemia non ci fosse, certamente non ha aiutato in tal senso. In ogni caso l’accavallarsi di informazioni ‘scientifiche’ tra loro troppo difformi in materia di vaccini un effetto deleterio sicuramente l’avrà: quello di erodere ulteriormente la risorsa più preziosa della relazione medico-paziente: la fiducia.
È un antico tema questo. Almeno da quando l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha definito la salute come «completo benessere fisico, psichico e sociale», le aspettative dei pazienti nei confronti dei medici sono cresciute enormemente. Il ‘diritto alla salute’ declinato come una sorta di diritto alla guarigione, piuttosto che alle cure, ha alimentato la convinzione che se il paziente non guarisce la colpa è del medico che non lo ha curato a dovere, il quale per questo va denunciato e punito.
Se poi a questo aggiungiamo le notizie che circolano in rete e gli innumerevoli programmi televisivi dedicati alla salute, dai quali i pazienti traggono informazioni per pretendere che il loro medico li curi come dice il tale o il tal’altro, ecco che il quadro risulta abbastanza evidente di quanto sia diventata complessa la relazione di cui stiamo parlando. Una complessità certamente aggravata dalla pandemia. Basti pensare ai dibattiti tra virologi, cui abbiamo assistito in questi mesi. Salvo rare eccezioni, non credo che tali dibattiti abbiano contribuito a promuovere tra i cittadini un’immagine più adeguata della scienza o una maggiore fiducia nella scienza.
Ritornando ai vaccini, i problemi cui facevo cenno sopra sono tanto più gravi se consideriamo la diffidenza che sembra caratterizzare l’atteggiamento degli italiani rispetto alle vaccinazioni in quanto tali, o l’aperta ostilità dei cosiddetti ‘no vax’. Personalmente appartengo a quella categoria di persone che, fin da bambini, hanno considerato naturale fare tutti i vaccini consigliati dai medici. Oggi sappiamo però che questa disposizione favorevole non è più così scontata.
Una ragione in più per essere veritieri e convincenti nella comunicazione, non ambigui o, peggio ancora, in malafede. Ma anche una ragione in più, affinché le istituzioni nazionali e sovranazionali agiscano in modo credibile. Apprezzabile e preoccupante insieme il mea culpa recitato da Ursula von der Leyen qualche giorno fa: «Non siamo al punto dove vorremmo essere. Ci siamo mossi in ritardo con le autorizzazioni. Siamo stati troppo ottimisti riguardo alla produzione di massa (dei vaccini) e forse troppo fiduciosi che quelli che avevamo ordinato sarebbero stati consegnati in tempo».
Se per sconfiggere la pandemia è necessario che almeno il settanta per cento della popolazione sia vaccinata, occorre fare appello anzitutto alla responsabilità dei cittadini, guadagnare la loro fiducia, nella speranza che volontariamente si sottopongano alla vaccinazione. A tal proposito, confessare un’inadempienza come ha fatto la von der Leyen può essere più efficace che cercare di nasconderla.
A ogni modo, vista la gravità della situazione, non ci vedrei nulla di male se la vaccinazione venisse resa obbligatoria. Lo dobbiamo in primo luogo alle persone che ci sono più vicine, certo, ma anche al resto della comunità. Confesso che la prospettiva dell’obbligatorietà non mi piace, a maggior ragione se dovesse essere imposta come una sorta di scorciatoia per non perdersi in inutili chiacchiere con i cittadini. Lo abbiamo già fatto con i lockdown. Ma è pur vero che potrebbe essere una necessità.
scritto da Sergio Belardinelli, pubblicato in Paradoxa-forum del 22 febbraio 2021
segnalato da Alessandro Bruni
Brasile
Analisi della settimana dal nostro corrispondente padre Eriberto Sena dalla Selva amazzonica di Santarem, Parà Brasile. Trascrizione della trasmissione radiofonica “La Nostra Voce è la Nostra Vita” del 21 febbraio 2021 dedicata agli indios.
Buongiorno ascoltatore, figlio e figlia di Dio, nostro Padre. Un'altra domenica garantita dal Padre amorevole, per riflettere sulla vita, la nostra e del popolo amazzonico, soprattutto qui nella regione di Santarem. Purtroppo viviamo tutti nell'angoscia collettiva causata dalla pandemia.
Qualcuno può interrogare Dio in questo modo: Padre nostro, perché permetti questa aggressione contro la vita umana? Perché non ci liberi da questa piaga del covid-19? E Dio tace ... o forse sta rispondendo e molti non vogliono capire?
O forse, sta ricambiando con un'altra domanda: perché permettete agli uomini di continuare a distruggere i fiumi e la foresta, che ho preparato con tanto affetto perché voi ne poteste godere? Abbiamo una risposta a Dio su questo?
Ora, riguardo alla pandemia del coronavirus, Dio ci sta dicendo: non ti rendi conto che ci sono già più di 10 tipi di vaccini creati per porre fine al virus? Chi ha fornito l'intelligenza agli scienziati? Chi ha spinto gli scienziati a dedicare tempo alla creazione di vaccini? E Dio Padre potrebbe dirci che non capisce perché ci sono persone che hanno paura del vaccino, quando è l'unica salvezza da questa piaga attuale.
Per giustizia, non possiamo incolpare Dio se a Santarém, dallo scorso anno fino a ieri, sono state sepolte 591 persone colpite dal covid-19. Questo è quanto pubblicato dal bollettino ufficiale, che non riporta tutta la verità.
Potreste chiedere: ma se non è colpa di Dio, di chi è la colpa? Non poteva almeno salvare i bambini e gli anziani di 85 anni e oltre? ... Dio certamente risponderà: certo, io l'ho permesso, non per punizione, ma per rispetto della libertà delle persone.
È crudele in questa pandemia, non il Padre della misericordia, ma chi lascia che il virus invada la popolazione. Guarda cosa sta succedendo in questi giorni: perché proprio quando il virus è aggressivo, le autorità ieri hanno sciolto il blocco delle attività commerciali? Eppure, il governo inaugura proprio in questi giorni un altro ospedale da campo, perché gli ospedali sono pieni e con una fila di pazienti in attesa di un posto per curarsi.
Solo nel bollettino ufficiale di ieri, che non rivela la verità totale, c'erano altri 3 morti (a Santarem), 48 in terapia intensiva e 161 sotto analisi da parte dei medici. Per quale motivo le autorità aprono le porte a negozi, centri commerciali e altre aree di circolazione?
Quindi, si pone una seconda domanda: chi sta ingannando la popolazione della città e delle campagne? Sarà il municipio o il comitato d'azione popolare per la vita 2021?
Il bollettino ufficiale pubblica le cifre di cui sopra, di morti e ricoverati; ma il comitato popolare, composto da persone molto affidabili dice: anche se l'ospedale regionale ha 54 posti letto in terapia intensiva, c'è una lunga fila di pazienti in attesa di un posto in terapia intensiva.
Se costruiscono un altro ospedale da campo e portano a Santarém l'incompetente ministro della Salute, che fa promesse senza garanzie di poterle mantenere, allora ha ragione il Comitato di azione popolare per la vita.
Se il blocco si è fermato ieri, il motivo non può essere certo perché la pandemia si è placata. La pressione di commercianti e imprenditori è forte e allora nasce spontanea la domanda: è prioritario salvare l'economia degli imprenditori o salvare la vita delle persone? Nei prossimi giorni seguiremo i bollettini, sia del municipio, sia del comitato popolare.
Voglio aggiungere un dettaglio, ci sono persone che hanno paura di ricevere il vaccino, succede anche a te? Mio Dio, solo il vaccino eliminerà definitivamente il covid-19. Dobbiamo avere paura del morso di un surucucu (serpente) o di uno scorpione. Ma la vaccinazione è un dono di Dio. Non vedo l'ora di ricevere il mio vaccino, che sta tardando troppo.
trasmesso il 21 febbraio 2021 da padre Eriberto Sena, missionario a Santarem
segnalato da Gaetano Farinelli
Commento di Alessandro Bruni. Qualcuno potrebbe dire che quel che riporta padre Eriberto è solo folklore di un paese allo sbando dove la prevaricazione verso gli indigeni "ignoranti" è espressione di un governo insensibile alla solidarietà e all'impegno sociale. Ma che dire poi di Belardinelli, che con parole ben più raffinate finisce col porre il problema dell'approccio fideistico alla somministrazione del vaccino? Mi viene da pensare che tra i due non c'è antropologicamente alcuna differenza.