di Laura Tussi e Alessandro Bruni.
Le scuole che organizzano un piccolo orto biologico nel cortile della scuola o in un pezzetto di terra vicino ad essa sono oggi sicuramente fra le realtà più vive ed interessanti del panorama scolastico italiano. Coltivare un giardino o un orto è una attività che mette a frutto abilità manuali, conoscenze scientifiche, sviluppo del pensiero logico interdipendente. Significa anche attenzione ai tempi dell'attesa, maturazione di capacità previsionali. Lavorare con la terra aiuta poi i ragazzi a riflettere sulle proprie storie locali e familiari. La maggior parte degli studenti italiani hanno sicuramente un papà, un nonno o un bisnonno che ha o che ha avuto a che fare con la coltivazione della terra.
Coltivare un giardino o un orto a scuola significa imparare a “rallentare”. È un’esperienza altamente educativa. Seminare e coltivare fiori, frutta e ortaggi sono attività che mettono a frutto le abilità manuali, le conoscenze scientifiche, lo sviluppo del pensiero logico-interdipendente. Ma significa soprattutto attenzione ai tempi dell’attesa, pazienza, maturazione di capacità previsionali.
Bisogna avere obiettivi didattici chiari e semplici: imparare le maniere, i tempi e i prodotti adatti alla semina, preparare e concimare adeguatamente il terreno, annaffiare con acqua, controllare in maniera naturale i parassiti ed infine raccogliere e mangiare. Ma non solo: si può esplorare la ricerca dei semi autoctoni e antichi, la collaborazione dei nonni che coltivano giardini e orti, il ruolo fondamentale dell'humus, la realizzazione di orti e giardini in appartamenti cittadini sui terrazzi e sui balconi, coinvolgendo i genitori.
Nell’orto i ragazzi uniscono “teoria e pratica”, cioè il pensare, il ragionare con il progettare e il fare. In un giardino o in un orto s’imparano i modi, i momenti adatti per seminare. Prima di far questo si deve preparare e concimare il terreno. È necessario poi seguire con cura i prodotti attendendo ai bisogni d’acqua e al controllo dei parassiti. Si possono conoscere infine le combinazioni e le rotazioni giuste fra le varie piante. Il mestiere dei campi, quello dell’agricoltore, del coltivatore, è uno dei mestieri più difficili al mondo, che richiede grandi abilità, esperienze e competenze multiple.
In questo momento storico, in cui i fondamenti stessi dell’economia vengono rimessi in discussione, e il concetto di cosa abbia valore cambia al punto che i terreni agricoli cominciano a venire considerati un bene rifugio, è arrivato il momento di annodare una rete tra tutti noi che crediamo che lavorare la terra in modo organico sia cosa bella e buona.
Occorre imparare di nuovo l’abbiccì del rapporto con la Natura. Per questo siamo partiti dagli orti scolastici: aule all’aperto dove apprendere un modo di stare al mondo per cui, anziché semplici consumatori, diventiamo creatori di vita, e nella pratica di una possibile autosufficienza apprendiamo il respiro della libertà interiore. Un giardino, un bosco, un orto trasformano la scuola in qualcosa di vivo di cui prendersi cura.
Dalla teoria alla pratica
Della scuola Istituto Comprensivo Margherita Hack di Nova Milanese-Monza e Brianza fanno parte insegnanti e educatori che si impegnano per infondere nella popolazione studentesca e nella popolazione in generale norme di condotta che portino alla preservazione dell’ambiente, alla promozione di un’educazione ambientale e alla formazione della cittadinanza. Il progetto connesso con Agenda ONU 2030 per l’educazione alla cittadinanza attiva e globale è visto come un contributo per la realizzazione della piena cittadinanza dei ragazzi.
Puntare sulla formazione dei giovani, renderli coscienti rispetto a un’educazione ambientale e umana e in rapporto all’urgenza della preservazione del nostro pianeta sono obiettivi sia nostri sia di organizzazioni mondiali e degli organizzatori di Agenda ONU 2030. In questo ambito, la scuola ha portato avanti diverse iniziative: ha sviluppato varie attività e progetti tra i quali mi sembra interessante evidenziare il progetto "L'orto a scuola", costituito dalla realizzazione di un parco ludico e pedagogico e di un orto biologico e didattico con serra inclusa.
Siamo una scuola che scommette e continuerà a scommettere sulla formazione e sulla responsabilizzazione e presa di coscienza dei nostri giovani affinché si adoperino per preservare oggi ciò che è a rischio per domani. Consapevoli del fatto che, spesso, le parole sono spazzate via dal vento, abbiamo deciso di mettere la teoria in pratica e coinvolgere i giovani in maniera attiva e partecipata in tutte le fasi del progetto. Abbiamo perciò realizzato azioni che vanno dirette allo studio degli spazi, in seguito alla fase di osservazione, gli studenti discutono sulle possibili soluzioni, all’elaborazione del progetto, ogni ragazza e ragazzo ha elaborato un suo progetto e tutti insieme sono serviti come base per il progetto finale.
Dalla pulizia degli spazi, gli alunni hanno partecipato a questa sistemazione, alla recinzione dei terreni per renderli più accoglienti e meno soggetti a pratiche che potrebbero danneggiarli.
I lavori pratici, che andavano dalla zappatura della terra alla semina di ortaggi, alberi da frutto, sementi, ad irrigazione, raccolta di prodotti e loro successiva distribuzione e vendita alla collocazione dei tavoli nella parte del parco ludico e pedagogico dove gli alunni hanno svolto alcune attività curricolari ed extracurriculari. I lavori di riqualificazione e manutenzione, le campagne di sensibilizzazione all’interno e al di fuori della scuola. Dallo studio delle specie vegetali da piantare all’elaborazione di locandine a tema.
Dalla sistemazione di piante i cui frutti saranno consumati nella mensa scolastica alla realizzazione di una piantagione di alberi da frutto e alla creazione sul posto di calendari legati a foresta e ambiente. Ed è da evidenziare che le attività relative al progetto "L'orto a scuola" si stanno realizzando in maniera interdisciplinare e continuativa.
Iniziate in passato, queste attività, continuano con entusiasmo, dinamismo e grande ricettività da parte della comunità scolastica e sicuramente proseguiranno con la stessa vivacità. Il progetto ormai radicato nella scuola ha già dato e sta continuando a dare vari frutti, ma deve proseguire affinché questi si moltiplichino. Soprattutto occorrerebbe un cambiamento di mentalità, perché la vita sul pianeta terra possa continuare in maniera giusta ed equilibrata. È stato gratificante, e continua ad esserlo, verificare come poco a poco di fronte al cambiamento gli studenti abbiano fatto propri dei valori e degli atteggiamenti finalizzati al conseguimento di un mondo migliore.
Un giardino speciale da non perdere: il giardino dei giusti di Milano
Forse non tutti sanno che a Milano c’è un Giardino che, a differenza degli altri, non è solamente un’oasi verde, ma è soprattutto un luogo di memoria e di educazione. È il Giardino dei Giusti di tutto il mondo, dove ci sono alberi, cippi e targhe in onore dei Giusti, uomini e donne che hanno aiutato le vittime di persecuzioni, salvaguardato la dignità umana e difeso i diritti dell’Uomo.
Il Giardino dei Giusti di Milano nasce su proposta di Gariwo nel 2003, su modello dello Yad Vashem di Gerusalemme, sulla seconda balza del Monte Stella, luogo molto caro ai milanesi, conosciuto anche come Montagnetta di San Siro. È significativo il fatto che il Giardino dei Giusti sia stato creato proprio lì: alberi sulle macerie, vita sulla distruzione.
Dal 2008, il Giardino è gestito dall’Associazione per il Giardino dei Giusti di Milano, di cui Gariwo fa parte insieme al Comune di Milano e all’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane. Ogni anno, in occasione del 6 marzo, Giornata dei Giusti dell’umanità, vengono onorati nuovi Giusti.
Con il passare del tempo questo Giardino si è arricchito sia di storie del passato, legate a tutti i genocidi, da quello degli armeni, alla Shoah, a quello in Ruanda, sia di storie del presente, legate ad esempio al tema della mafia, l’accoglienza dei migranti e il terrorismo. Parlare di questi Giusti, ci aiuta a riflettere su quello che possiamo fare tutti noi oggi nella nostra quotidianità, imparando da quello che è accaduto ieri.
scritto da Laura Tussi e Alessandro Bruni