di Andrea Gandini. Economista, analista del futuro sostenibile.
La Commissione europea ha firmato un contratto con GlaxoSmithKline per l’acquisto di 220mila trattamenti sperimentali anti Covid-19 con anticorpi monoclonali e per altri 2 miliardi di dosi per i vaccini con le note case farmaceutiche. Esso segue al contratto con il gigante svizzero Roche per altri 55mila monoclonali. Ciò significa che la stima è che ci sia un malato di Covid da curare ogni mille abitanti.
Integrando i vaccini (che sono una prevenzione di massa) con cure mirate per chi si ammala, si riduce enormemente l’intervento organizzativo delle strutture sanitarie e si aprono le condizioni per tornare a curare le altre malattie e a una certa normalità.
Gli anticorpi monoclonali di GSK sono stati sviluppati insieme alla casa farmaceutica americana Vir Biotechnology e sarà usato per pazienti Covid ad alto rischio con sintomi lievi e che non richiedono ossigeno supplementare. L’accordo dà un’ulteriore spinta alla ricerca, in quanto le aziende possono contare su un pre-ordine consistente. Non sappiamo a quanto ammonta il costo della singola cura, ma non dovrebbe essere lontano dai 2mila euro, per cui il contratto potrebbe ammontare a circa 400 milioni di euro. Il farmaco è già stato autorizzato in Usa ed è in corso di valutazione da parte dell’Agenzia europea per i medicinali (EMA). Il contratto UE è stato appoggiato da 16 Stati su 27 che quindi lo potranno usare appena Ema darà l’autorizzazione.
Questa seconda “cura” (che si affianca ai vaccini) si rende quanto mai necessaria in quanto se è vero che la variante Delta (indiana), ormai al 95% anche in Italia, è più contagiosa, d’altro lato pare sia meno aggressiva e letale e quindi con cure mirate il Covid potrebbe essere ridimensionato ad una cattiva influenza. Esso rimarrà ancora a lungo con noi perché le vaccinazioni di massa se da un lato hanno dato copertura a moltissime persone (nei paesi ricchi) in poco tempo, dall’altro hanno generato varianti a causa del fatto che il virus muta se incontra vaccinati che appunto gli “resistono”. La variante delta ha infatti prodotto un effetto indesiderato e cioè che anche le persone completamente vaccinate possono trasmettere il virus (così come le persone non vaccinate) e la “risposta deve essere rimodulata”, come ha detto il virologo Anthony Fauci, consigliere del presidente Biden: «La variante Delta ha cambiato totalmente lo scenario. I dati sulla mutazione mostrano che il livello di infezione nelle mucose in una persona vaccinata è lo stesso di quello in una persona non vaccinata».
Cosa quindi ci dobbiamo aspettare nei prossimi mesi? Una quarta ondata? In genere sono durate da 9 a 11 settimane, ma questa volta ci sono buone notizie, nel senso che in Gran Bretagna (che è più avanti di noi nei processi di quello che potrebbe capitarci), dopo una crescita dei contagi a 60mila al giorno è scesa ai 29mila di ieri, anche se i morti sono ancoro tanti (68). Ciò che farà testo saranno però non più i contagi ma i ricoveri e per diventare “gialli” bisogna che superino il 10% dei posti in terapia intensiva e il 15% nell’area medica. Ora siamo al 2% circa.
In ogni caso la cura degli anticorpi monoclonali da ottobre dovrebbe ridurre la mortalità in modo enorme. Un’altra azione che si potrebbe fare e su cui siamo inadempienti è il tracciamento. Mentre in Inghilterra per esempio si fanno un milione di tamponi al giorno e c’è una forte rete di tracciatori, da noi i tamponi sono solo 200mila e dal report settimanale del Cts risulta che abbiamo oggi meno personale di un anno fa nel tracciamento (!), nonostante si siano assunti 2mila tra medici e infermieri per dare la caccia al virus. A mio avviso il personale addetto al contact tracing non dovrebbero essere “preziosi” sanitari, ma selezionati tra i molti esuberi in corso, in quanto si tratta di una mansione non complessa, anche perché i potenziali contagiati sono al 90% parenti e amici di chi si è incontrato negli ultimi giorni. Come sempre difettiamo sul piano organizzativo se è vero che ad oggi si riesce ad individuare solo il 28% dei potenziali contagiati, lasciando liberi gli altri di girare e contagiare.
Un’altra buona notizia è che il sottosegretario alla Salute, Andrea Costa, annuncia che il prezzo dei tamponi sta per essere calmierato a 6-7 euro per venire incontro a chi il Green Pass in questo momento può ottenerlo solo con un tampone negativo.
scritto da Andrea Gandini