di Andrea Gandini.
Ho cercato di dire più volte come la strategia più efficace contro il virus sia stata quella dei Paesi che lo hanno affrontato con la complessità che esso merita. Non solo quindi i vaccini ma anche le terapie resesi disponibili per cure a casa precoci, il tracciamento, il distanziamento nei luoghi chiusi e soprattutto una buona informazione che facesse tesoro delle buone pratiche all’estero senza accrescere i timori della popolazione. In molti Paesi, più o meno bene, queste cose sono state fatte mentre l’Italia, a mio avviso, appare quella che più si è adagiata su una strategia tesa ad impaurire e a puntare sui soli vaccini e che ora prosegue col green pass obbligatorio anche per lavorare e studiare all’università. L’Italia va contro corrente rispetto a tutti gli altri Paesi (escluso Cina ed Arabia Saudita).
Forse perché la campagna di vaccinazione ha dato scarsi esiti? No, anzi siamo tra i paesi col più alto tasso di vaccinazione.
Perché abbiamo dimostrato (o vogliamo dimostrare) di essere i migliori? Non direi proprio in quanto l’Italia ha avuto (dopo il Brasile) il più alto numero di morti in rapporto alla popolazione (più dei vituperati Stati Uniti e Gran Bretagna che continuamente sono additati come Paesi inadeguati dai nostri media), la più lunga restrizione nelle scuole d’Europa (con ingentissimi danni agli studenti), la più grave caduta degli occupati in Europa nel 2020, nonostante l’enormità di sussidi che proietta il nostro debito a livelli stellari (e che prima o poi dovranno pagare i futuri lavoratori giovani).
Perché la pandemia da noi sta riprendendo? No, infatti non solo è in forte calo ma nel confronto internazionale abbiamo negli ultimi 3 mesi i minori ricoveri e morti in eccesso (rispetto al periodo pre-Covid) tra tutti i Paesi europei.
Perché chi non si vaccina mette a rischio gli altri? No, non è vero. Pfizer stessa ha informato che dopo 4 mesi dal vaccino la copertura scende al 53% (fonte Lancet), un vaccinato dopo 4 mesi può contagiare come un non vaccinato e anzi chi ha il green pass per 12 mesi sa bene che dopo 4-5-6 mesi non ha alcuna garanzia e proprio per il fatto di potersi muovere liberamente è un potenziale diffusore del Covid più di un non vaccinato. Infatti molti sanitari vaccinati a gennaio hanno scoperto ad agosto di non avere anticorpi e sono stati obbligati a farsi il tampone per andare al lavoro (ma queste informazioni i media non le danno).
Il Green pass non è quindi una misura sanitaria anche se i media fanno di tutto per accreditare la narrazione che chi non si vaccina è un asociale, un nemico del bene degli altri e che, se va bene, è un ignorante, mentre io conosco moltissime persone che non si vogliono vaccinare per le più diverse ragioni ma che sono tra coloro che si sono spesso impegnati per attività di volontariato e sociali non certo meno di altri e sono sia di destra che di sinistra che di centro.
E perché gli altri Paesi non lo hanno introdotto? Perché pensano in modo più intelligente del nostro Governo che siamo in una fase di rientro della pandemia, perché i tassi di vaccinazione sono già abbastanza alti, perché esistono finalmente terapie efficaci domiciliari (approvate sia da Ema che da Aifa) per cui il rischio si è molto ridotto e che non conviene creare nel proprio paese un clima di scontro e di odio, anche perché coloro che non si vogliono vaccinare sono molti (8 milioni in Italia) e non hanno tutti i torti in quanto se da un lato hanno deciso di rischiare di più dei vaccinati, è anche vero che le avversità da vaccino sono molto maggiori dei vecchi vaccini in quanto si tratta di “vaccini” inediti che sono piuttosto terapie geniche e i cui effetti a lungo termine sono sconosciuti. Ed è proprio per questo che le case farmaceutiche non si sono assunte l’onere di dover pagare per le avversità ed hanno ammesso che non si sono potuti fare i test a lungo termine sulle interazioni farmacocinetiche, né di tossicocinetica, di genotossicità, di carcinogenicità.
Un paese democratico deve avere a cuore sia la protezione dei propri cittadini ma anche evitare di alimentare tensioni sociali che per definizione indeboliscono il Paese. Qual’è il senso di alimentare una guerra assurda che finirà per fare danni a lungo termine alla tenuta sociale del nostro paese già abbastanza provato per disoccupazione, povertà, precarietà, divisioni, paure. Quali sono le ragioni di questa voglia di regolare l’accesso al lavoro con tale rigidità (unica nel mondo libero) che crea, peraltro, dubbi di legittimità costituzionale. Una misura feroce e punitiva anche perché unici in Europa facciamo pagare i tamponi 15 euro (0,85 in Germania, gratuiti altrove). Unno Stato democratico dovrebbe promuove la fratellanza non la divisione. Ed è forse per queste ragioni che l’Europa ha sconsigliato i paesi membri di attivare misure che siano discriminatorie tra i cittadini. Sono pertanto d’accordo con l’Europa e con gli altri 26 Paesi europei che non hanno introdotto il green pass e con gli altri 150 paesi al mondo che non l’hanno introdotto.
Flaiano scrisse che “il fascismo conviene agli italiani perché è nella loro natura, esalta i loro odi, rassicura la loro inferiorità, è demagogico, retorico, odiatore di culture, spregiatore della libertà e della giustizia, oppressore dei deboli, servo dei forti, sempre pronto a indicare negli altri le cause della sua impotenza e sconfitta…”. Vediamo una buona volta di sconfermare Flaiano e facciamo tutti un passo indietro a partire dal Governo con questa idiozia del Green pass, che di verde non ha nulla.
scritto da Andrea Gandini