di Sandro Spinsanti. Sguardi alla prossimità e all'etica della salute.
È una formula a effetto, che ha garantito una comprensione intuitiva della bioetica presso il grande pubblico. L’ha coniata il bioeticista americano Tristam Engelhardt, per descrivere l’impatto dirompente della nuova disciplina. Di fronte alle valutazioni morali e alle scelte a cui siamo confrontati dalle innovazioni in ambito medico e biologico, rischiamo di scoprirci “stranieri morali”. Ci orientiamo in modi completamente diversi rispetto alla fecondazione artificiale o alla richiesta di suicidio assistito, agli organismi geneticamente modificati o al rifiuto di trasfusioni sanguigne. Per essere stranieri morali – precisava Engelhardt – non è necessario parlare lingue straniere o essere figli di cultura diverse; si può essere stranieri morali anche abitando sotto lo stesso tetto e condividendo la stessa mensa. Anche dormendo nello stesso letto. Osservava in modo tagliente lo studioso che in queste situazioni di intimità può capitare di essere nemici morali, ancor più che stranieri: “Possono essere stranieri morali anche due amici legati l’uno all’altro e perfino marito e moglie; questi anzi possono essere anche veri e propri nemici morali. Essere stranieri morali significa abitare in mondi morali diversi” (Tristam Engelhardt: Manuale di bioetica, Il Saggiatore 1999).
scritto da Sandro Spinsanti, tratto dal blog dell'autore pubblicato il 5 gennaio 2022
sintesi di Alessandro Bruni
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