di Andrea Gandini. Economista, analista del futuro sostenibile.
La variante Omicron si è rivelata molto meno pericolosa di quanto era stato detto appena scoperta, seppure più contagiosa, per cui molti paesi hanno sperimentato una forte crescita di contagi ma anche un minor numero di malati rispetto all’anno scorso. Si stanno così riducendo drasticamente le restrizioni e si avviano a considerare la Covid alla stregua di una influenza, soprattutto per consentire ai bambini e agli studenti di ridurre gli enormi danni di apprendimento e di socializzazione che hanno subito e che sono senza precedenti.
Una conferma viene anche dal numero dei morti per la Covid. Se infatti consideriamo quelli dovuti all’influenza degli anni passati, essi sono stati nel periodo peggiore (quello invernale dal 1° ottobre al 25 gennaio) circa 8.500. Li ha calcolati l’Ispi su dati della Protezione civile e dell’Istituto Superiore di Sanità. Si consideri che ogni anno muoiono in Italia circa 650mila persone, per cui i decessi dovuti a complicazioni da influenza hanno inciso negli anni pre Covid per 1,3% sul totale dei decessi.
Nello stesso periodo del primo anno di pandemia (1.10.2020/25.1.2021) abbiamo avuto 49.987 morti per Covid, ma quest’anno sono solo 13.250 (1.10.21/25.1.2022). Se consideriamo però che i morti per influenza sono quest’anno “scomparsi” e che il 35% dei decessi per Covid sono, secondo i dati Fiaso (Fed. Italiana Aziende Sanitarie Ospedaliere), non dovuti al Covid (anche se il paziente aveva un tampone positivo), i reali decessi Covid scendono a 8.163, cioè una quantità analoga a quella dell’influenza degli anni normali.
Il ricalcolo dei morti “per Covid” è sollecitato da vari organismi anche perché aver deciso di riconoscere alla aziende sanitarie dal 21 agosto 2021 un importo aggiuntivo di 9.697 euro per ogni decesso Covid avvenuto in terapia intensiva e di 3.713 euro in area medica, può aver spinto qualche ospedale ad “approfittarne”.
Il CDC Usa aveva segnalato già dall’estate scorsa che gli attuali test per il Covid non erano in grado di distinguere tra Covid e influenza, per cui chiedevano ai laboratori di approntare dal 1 gennaio 2022 nuovi test, cosa che non è stata fatta. E’ quindi probabile che molti tamponi positivi siano dovuti ad altri coronavirus, come quello appunto dell’influenza, che è strano sia improvvisamente del tutto sparita.
Non è quindi azzardato pensare che non si sia più in presenza di una pandemia e a ciò si vanno orientando molti Paesi europei, anche perché oggi disponiamo (rispetto ad un anno fa) di nuove cure efficaci sia tramite le terapie domiciliari che in ospedale.
Paradossalmente invece l’Italia, che ha applicato le maggiori restrizioni in Europa, inaugura dal 1° febbraio e poi dal 15 ulteriori restrizioni, che appaiono incomprensibili alla luce di quanto sta avvenendo.
scritto da Andrea Gandini.