di Giuseppe Maiolo. Psicoanalista del costume.
L'abuso sessuale sui minori ogni volta che emerge lascia sempre sconvolti. E non solo per i numeri incredibili delle vittime di violenza né di quello degli abusanti anche se, ovviamente, impressiona che si tratti di adulti «incaricati» di prendersi cura di loro, non di ferirli. Dell’ultimo report sulla Pedofilia nella Chiesa tedesca, possono sconvolgere la gravità dei fatti e l’omertà sugli «orchi», o la copertura degli orrori di chi invece doveva fermarli e proteggere i piccoli.
Ma non credo ci sia solo questo da far entrare nei nostri pensieri. Ci deve stare la consapevolezza dell’inferno dei vissuti di chi ha subito molestie e ripetute violazioni del corpo.
È questo stato di dolore continuo che si protrae per un tempo infinito che mi colpisce sempre. È una vita intera passata dentro una sofferenza nascosta, invisibile ai più, carsica ma ugualmente devastante, che mi angoscia ogni volta che per professione, e non solo, me ne occupo. Te la puoi immaginare solamente a frammenti, ma è quando quel dolore emerge e viene in superficie come un fiume sotterraneo, che rischi di annichilire. Solo se la vittima ti permette di avvicinarti almeno un po’ alle sue ferite per condividerle, queste ti appaiono nelle loro incredibili dimensioni. Ti domandi come ha fatto una donna o un uomo a sopportarle dall’infanzia e continuare a vivere un’esistenza apparentemente “normale” ma per lo più aggiustata e resa in qualche modo vivibile.
scritto da Giuseppe Maiolo, pubblicato nel blog dell'autore e in L'Adigetto del 24 gennaio 2022
segnalato da Alessandro Bruni