di Massimo Recalcati. Filosofo e analista lacaniano della società.
Esisterà una generazione Covid? I danni procurati dall’epidemia saranno paragonabili a quelli di un trauma?
I nostri figli saranno destinati a essere le vittime delle brutali ferite aperte dalla pandemia? La compressione inevitabile della libertà che abbiamo dovuto subire in questo tempo prolungato di emergenza sanitaria è stata per loro indubbiamente più oppressiva che non per gli adulti. Tutto questo lascerà inevitabili strascichi psicopatologici?
Ho già espresso in più occasioni pubbliche il mio giudizio: non ci sarà nessuna generazione Covid a meno che gli adulti non favoriscano questa tetra identificazione. Ma questo non significa affatto negare che il mondo dei giovani stia vivendo un momento estremamente difficile. Lo sanno bene coloro che come me si occupano direttamente della loro cura.
Abbiamo visto e vediamo crescere il loro disagio e accentuare le sue manifestazioni più radicali: autolesionismo, somatizzazioni, ritiro sociale, dipendenze patologiche, panico e depressioni. Abbiamo visto e vediamo crescere anche il loro smarrimento e la rabbia, insieme all’angoscia e all’impotenza. Questo disagio diffuso deve essere intercettato e accolto. Non solo dagli psicoterapeuti, ma anche dalle istituzioni. Penso soprattutto alle famiglie e alla Scuola. Quale posizione tenere di fronte a questo malessere?
scritto da Massimo Recalcati, pubblicato nel blog dell'autore e in La Repubblica del 24 gennaio 2022
segnalato da Alessandro Bruni
per leggere l'articolo completo aprire questo link