di Lidia Maggi. Pastora battista.
Inutile girarci attorno: il clima depressivo che attanaglia questa società impaurita si estende anche al cammino ecumenico che le chiese cristiane stanno faticosamente compiendo. La passione per l’unità visibile dei cristiani è tenuta in vita dagli “ultimi moicani” del sogno ecumenico. Fuori dalla riserva, indifferenza o al più una blanda curiosità – quella delle gite scolastiche, che dura giusto il tempo della settimana in cui si sospende il programma abituale.
Quest’ultimo lo decide autonomamente ogni istituto, felice di differenziarsi dagli altri, non così all’avanguardia da risultare interessanti. In quella settimana è diverso: si moltiplicano gli incontri, si mostra interesse per l’altro. Poi, una volta sul pullman di ritorno, i commenti sottolineano l’impossibilità di vivere alla maniera dell’altro, l’esoticità dei suoi gesti, la ristrettezza dei suoi orizzonti. Insieme a una nota di simpatia: non ci hanno trattati, poi, così male. Forse, nel resto dell’anno, ci saranno altre – poche – occasioni in cui l’altra chiesa farà di nuovo capolino, suscitando per un attimo una medesima curiosità e lo stesso diniego, senza intaccare il bon ton ecumenico delle dichiarazioni ufficiali.
scritto da Lidia Maggi, pubblicato in Riforma del 14 gennaio e in SettimanaNews del 22 gennaio 2022
segnalato da Alessandro Bruni