di Stefano Allievi. Sociologo del mutamento culturale.
Come cambia il paesaggio religioso
Secolarizzazione, privatizzazione del sentire religioso, pluralizzazione dell’offerta di religioni e religiosità disponibile, globalizzazione, crescente mobilità umana, progressiva perdita di significato dei confini, sono tutti fattori che sono alla base di una trasformazione gigantesca del paesaggio religioso. Non c’è più alcuna corrispondenza reale tra un popolo, un territorio, e un’identificazione religiosa specifica: sempre più sul medesimo territorio si trovano religioni vecchie e nuove, che spuntano per gemmazione o per inclusione, tra gli autoctoni quindi ma anche per effetto delle migrazioni, nonché forme crescenti di areligiosità. Tutto questo fa sì che si moltiplichino le occasioni di incontro, di confronto e anche di scontro: tra individui e comunità religiose, delle religioni tra loro (ma anche al loro interno), e con il contesto istituzionale laico.
Tutto questo accade a livello strutturale, di sistema, macro. A livello comportamentale, di individuo, micro, gli effetti di questa grande trasformazione sono ancora più evidenti. Da un lato le appartenenze tradizionali, diciamo ereditarie, esistono ancora ma sono sempre meno appetibili e accattivanti: una sorta di tradizionalismo debole. Dall’altro si diffondono e sono sempre più pervasive nuove modalità del credere, più esperienziali e spirituali.
scritto da Stefano Allievi, pubblicato nel blog dell'autore e in “Confronti”, n. 12, dicembre 2021
segnalato da Alessandro Bruni
per leggere l'articolo completo aprire questo link