di Pasquale Pugliese, pubblicato in Azione nonviolenta del 7 marzo 2022.
ndr. Il lungo e articolato articolo di Pasquale Pugliese trova difficoltà ad essere pubblicato completo come post. Ne ho fatto un riassunto con scelte personali per dare un quadro della sua riflessione. L'invito è comunque quello di trovare il tempo di farne una lettura completa compresa dei numerosi riporti bibliografici linkati.
In un Paese nel quale il pudore della guerra, insito nel “ripudio” costituzionale, faceva che sì che – fino a quel momento – veri interventi militari in giro per il pianeta fossero ossimoricamente definiti “missioni di pace”, la guerra – associata ossessivamente all’impegno di chi salva vite umane, invece di ucciderle – era tornata ad essere rivalutata come metafora di valore, anziché di disonore (queste riflessioni oggi si trovano in Disarmare il virus della violenza, 2021).
Le opinioni che sono confezionate dal rullo compressore del paradigma binario si impongono a noi come fatti granitici e oggettivi – impermeabili al giudizio critico. In questo clima si promuove non la conoscenza degli eventi ma una religiosa adesione. Non si facilita la simpatetica disposizione verso le sofferenze umane, ma si alimenta l’emozione unidirezionale pro/contro, come se fossimo tutti noi sul campo di battaglia.
segnalato da Alessandro Bruni
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