di Luigi Lupo. Pubblicato in True News del 18 marzo 2022.
Le televisioni sono in collegamento quasi tutto il giorno con l’Ucraina, i tuttologi di geo-politica hanno preso il posto dei virologi nei talk-show, giornali, siti, radio e podcast non parlano d’altro. Ma agli italiani il tema della guerra interessa sempre meno. Lo dicono i dati televisivi e i trend delle ricerche su Internet. Un fenomeno quasi fisiologico secondo il massmediologo Alessandro Amadori.
Come è giusto che sia, per diritto e dovere di cronaca, i media stanno coprendo in tempo reale, le notizie che arrivano dalla Russia. L’interesse del pubblico, però, non è direttamente proporzionale al bombardamento di collegamenti, breaking news, storie e reportage drammatici. Il quotidiano La Stampa ha riportato questa mattina i risultati delle ricerche del professor Francesco Siliato, docente di Sociologia dei processi culturali e comunicativi di Cultura dei Media al Politecnico di Milano. L’esperto del settore ha preso in analisi i dati che vanno dallo scoppio del conflitto, il 24 febbraio a mercoledì 16 marzo. “Salta agli occhi – si legge sul quotidiano – che tutti i telegiornali scendono in ascolti con percentuali a doppia cifra (Studio Aperto -13%, TgLa7 -12%, il Tg5 ha perso il 15% dal giorno dell’invasione dell’Ucraina). Unica eccezione il tg1, “solo” -8%. Chi vuole restare informato sulla guerra preferisce i canali all news (Sky Tg24 o Rainews24) che triplicano i loro ascolti”.
segnalato da Alessandro Bruni