Ugo Melchionda, corrispondente italiano di OCSE per l’International Migration Outlook e Coordinatore e portavoce di GREI250, pubblicato in Redattore sociale del 10 marzo 2022.
La crisi ucraina provocata dall’invasione russa sembra star dividendo il mondo tra i sostenitori della pace ad oltranza e gli interventisti.
Se indubbiamente dall’Ucraina all’Ue, dagli Usa e Nato al Vaticano, esistono falchi e colombe, sarebbe però un errore ritenere che tale divisione tra “pacifisti” e “guerrafondai” sia presente anche all’interno del movimento per la pace anche quando rischiamo di dividerci e scontrarci tra chi ritiene che si debba solo trattare e rifiutare di inviare armi in Ucraina e chi ritiene che si debbano fornire delle armi alla resistenza ucraina, mentre si continua a trattare.
Occorre per noi tutti comprendere che questa faglia all’interno del comune movimento per la pace a cui tutti noi apparteniamo non è tra i supposti sostenitori dell’Ucraina che chiudono gli occhi di fronte alle parole di Gino Strada e di Papa Francesco contro la guerra da un lato e coloro che criticando la Nato e gli Usa per la gestione della vittoria nella guerra fredda non vedono le responsabilità russe nell’invasione dell’Ucraina.
segnalato da Alessandro Bruni