di Giuseppe Maiolo. Psicoanalista del costume. Pubblicato nel blog dell'autore e in L'Adigetto del 19 marzo 2022.
San Giuseppe, festa del padre. Si ricorda il padre per antonomasia anche se «putativo» che le Scritture descrivono con tratti leggeri. Colpisce la sua silenziosa presenza che vediamo nell’iconografia della Sacra Famiglia dove non è mai in primo piano ma di lato o sullo sfondo e fanno pensare a virtù importanti come l’umiltà, la pazienza, l’obbedienza.
Si direbbe che non rappresenti il «logos» cioè la parola e la ragione, tanto cari all’universo maschile, ma quell’umile mestiere di falegname ci fa pensare più alle valenze del «fare» che quelle del «dire». Il suo silenzio operoso indica il compito che gli è stato affidato: fare il custode e proteggere i componenti della famiglia.
Ruolo per nulla secondario. Anzi, una funzione basilare del padre in quanto è colui che dà protezione e trasmette sicurezza. Giuseppe è il padre che osserva, ascolta, contiene e conforta, ovvero azioni che danno energia e si coniugano benissimo con la tenerezza e la dolcezza. Bisognerebbe ricordarsi di più di questi aspetti nel festeggiare i padri. Ci aiuterebbe a riflettere sulle funzioni specifiche della paternità così necessarie oggi.
segnalato da Alessandro Bruni