di Riccardo Bonacina. Giornalista, fondatore di Vita.it. Pubblicato in Vita del 5 aprile 2022.
Sergej Lavrov, ministro degli Esteri russo, quello che il 10 marzo scorso al termine del vertice con l’omologo ucraino Dmytro Kuleba ad Antalya in Turchia, disse in Conferenza stampa "Non abbiamo attaccato l’Ucraina”, ieri ha avuto l’ardire di dire: «Consideriamo la messa in scena di Bucha come una minaccia alla pace e alla sicurezza internazionale».
Quando prende parola bisognerebbe fare come hanno fatto i delegati di quasi tutti gli Stati che il primo marzo quando Lavrov prese parola nell'aula del Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite, lasciarono l’aula in massa. Noi dovremmo silenziarlo, buttare le sue dichiarazioni nel cestino del computer, invece no, le sue idiozie così palesemente false e provocatorie hanno non solo diritto di cittadinanza sui nostri media (ma perché?) ma conquistano pure spazio nelle teste di tanti nostri concittadini.
Così come le enormità di Kirill, il patriarca di Mosca, vero cappellano della guerra che oggi definisce la Russia «un Paese che ama la pace». E assicura che «non abbiamo alcun desiderio di guerra o di fare qualcosa che potrebbe danneggiare gli altri. Ma amiamo la nostra Patria e saremo pronti a difenderla nel modo in cui solo i russi possono difendere il loro Paese».
segnalato da Alessandro Bruni