Due sono i principali tipi di crisi che è possibile rintracciare nella storia delle nostre società: dialettica l’una, entropica l’altra. Dialettica è la crisi che trae origine da un qualche conflitto che prende corpo in una determinata società, ma che contiene, al suo interno, le forze del proprio superamento. Entropica, invece, è la crisi che tende a far collassare il sistema per implosione, senza essere in grado di modificarlo con le sue sole forze e richiede perciò una fase di “ri-significazione” (generazione di senso). Perché la distinzione è importante in questo momento? Perché il combinato disposto fra la pandemia e l’inaccettabile guerra in Ucraina ci riportano inesorabilmente a riflettere sulla seconda delle tipologie descritte.
Se guardiamo alla natura sindemica della pandemia (dipendente dalle profonde e crescenti disuguaglianze che stiamo sperimentando) e alla guerra come esito dell’incapacità delle istituzioni di risolvere i conflitti attraverso la cooperazione, emerge con forza l’urgenza di una nuova generazione di istituzioni e di politiche inclusive e collaborative, capaci di alimentare e misurare soluzioni ad impatto sociale. Siamo chiamati a ri-disegnare e ri-definire non solo l’entità delle risorse e le rispettive metriche, ma soprattutto la natura stessa delle istituzioni. Occorre ripensare in profondità la natura delle istituzioni e non solo le regole a cui sono soggette. Necessitiamo di Istituzioni radicali e convinte nel loro orientamento al bene comune.
segnalato da Alessandro Bruni