di Paolo Zambaldi. Pubblicato nel blog dell'autore del 14 Maggio 2022. Tratto da R. Panikkar, I Veda Mantramanjari, Bur Rizzoli, 2018.
Le Sacre Scritture sono molte. Ognuna andrebbe conosciuta e non cristallizzata all’interno di una sola religione. Non si deve però parlare di eclettismo religioso ma di “riconoscimento” del valore del percorso culturale di ogni popolo.
“L’epifania vedica appartiene all’ eredità dell’uomo. E come avviene nel caso della maggior parte dei valori religiosi e culturali dell’umanità, si è più fedeli alla sua vocazione profonda se la si condivide fraternamente con l’intera umanità, piuttosto che limitarsi a preservarla scrupolosamente, come se si dovesse custodire un tesoro tenuto sotto chiave e quasi nascosto”.
“I Veda sono un monumento di portata religiosa, -e quindi profondamente umana- universale. Tuttavia (dicendo questo n.d.r) non vogliamo urtare i sentimenti o ledere i diritti delle diverse religioni del mondo (…) I Veda come la Bibbia o il Corano sono indissolubilmente legati a quelle particolari fonti religiose da cui sono scaturiti storicamente. L’eclettismo, in questo caso, sarebbe dannoso. Non intendiamo separare le radici dalla loro identità storica ma crediamo che questo radicamento non precluda un’ulteriore crescita. Non mettiamo in discussione i diritti del passato, ma soltanto la cristallizzazione di tradizioni viventi.”
segnalato da Alessandro Bruni
Per approfondire il pensiero di Panikkar si veda anche Raimon Panikkar, Tra Dio e il mondo. AA.VV. Madrugada 83.