di Riccardo Bonacina. Giornalista, fondatore di Vita.it. Pubblicato in Vita.it del 2 maggio 2022.
«Il poeta russo Aleksandr Blok afferma: “tutto ciò che è russo è triste”. Io potrei definirmi cronachista di questa civiltà delle lacrime e della sofferenza. Da vent’anni ormai scrivo la storia del piccolo uomo e della grande utopia. Questo Paese, il Paese dell’utopia, dell’utopia comunista non esiste più e quanto più questa esperienza si allontana nel tempo, tanto più assume le caratteristiche di un mito e appare incapace di restituirci ciò che è stata davvero.
Perché l’utopia comunista, così come è stata realizzata, era sanguinaria, ma continua a ipnotizzare le menti degli uomini», sono parole di Svetlana Aleksievič, giornalista e scrittrice bielorussa di madre ucraina e Premio Nobel per la Letteratura nel 2015, autrice del volume Il male ha nuovi volti. Cernobil’, la Russia, l’Ucraina appena uscito da Morcelliana – Scholé con introduzione di Goffredo Fofi e curato da Alberto Franchi e Sergio Rapetti. Libro che raccoglie due discorsi fati a Stoccolma dalla giornalista e scrittrice in occasione del Nobel per la letteratura nel 2015 e ripubblicato oggi sull’onda dell’attualità di una guerra che abbiamo tutti la necessità di capire e che ci interroga ogni giorno.
segnalato da Alessandro Bruni