sintesi di Alessandro Bruni da indagine “Aspetti della Vita Quotidiana” di Istat 2022.
- Società, gruppo di persone, disabilità, popolazione. La soddisfazione per la vita nel suo complesso, in particolare, è uno degli indicatori utilizzati per la valutazione del benessere soggettivo degli individui e misura quanto gli individui sentono di vivere una vita conforme alle loro aspettative al di là delle contingenze momentanee.
- In aumento la soddisfazione per la vita nel complesso. Alla domanda “Attualmente, quanto si ritiene soddisfatto della sua vita nel complesso?”, in base a un punteggio da 0 a 10 (dove 0 indica “per niente soddisfatto” e 10 “molto soddisfatto”), nei primi mesi del 2021 il 46% delle persone di 14 anni e più attribuisce i punteggi più alti (8-10), il 39,5% giudica la propria vita mediamente soddisfacente (6-7) mentre il 12,7% la valuta con i punteggi più bassi (0-5).
- Cresce la quota di persone soddisfatte per la propria vita, ma non fra i più giovani. La crescita della soddisfazione per la vita riguarda sia le donne sia gli uomini, anche se è più marcata per questi ultimi. Tra le prime la quota di fortemente soddisfatte passa dal 43,1% al 44,3% mentre nei secondi dal 45,5% al 47,7%. Nei vari gruppi di età emerge una generale crescita della soddisfazione rispetto all’anno precedente, tranne che per i giovani di 14-19 anni: la quota di molto soddisfatti scende dal 55,8% del 2020 al 52,3% del 2021. La crescita è stata più elevata della media tra le persone di 75 anni e più (dal 36,4% al 39,4%).
- Più soddisfatti casalinghe, chi cerca occupazione e chi ha licenza elementare. Rispetto alla condizione occupazionale, chi è occupato o impegnato in un’attività formativa (studenti), esprime più frequentemente giudizi positivi di soddisfazione. Per il 50,3% degli occupati e il 49,9% degli studenti la soddisfazione è elevata. Anche la posizione nella professione incide: tra coloro che sono occupati, i dirigenti, gli imprenditori e i liberi professionisti (53,9%), insieme ai quadri e agli impiegati (51,1%), dichiarano livelli di soddisfazione più alti rispetto agli operai (49,2%) e ai lavoratori in proprio (46,2%). La soddisfazione generale aumenta con il titolo di studio.
- Soddisfazione in miglioramento al Mezzogiorno e al Centro, stabile al Nord. Rispetto al 2020, le differenze territoriali permangono ma si riducono. Il Nord rappresenta la ripartizione in cui le persone esprimono una soddisfazione elevata (48,3%), ma non in crescita. Al Centro e ancora di più nel Mezzogiorno si registra invece un incremento nei punteggi alti della soddisfazione, rispettivamente 45,8% e 43%, assottigliando il gap storico con il Nord. La regione con il più elevato livello di soddisfazione resta il Trentino-Alto Adige (60,8%) mentre la Puglia è quella con il livello più basso (39,5%). La Sicilia (43,2%) e la Campania (40,6%), che nel 2020 hanno rappresentato il fanalino di coda, sono le regioni dove la crescita è più marcata.
- Cala la soddisfazione per le relazioni familiari e crolla per le relazioni amicali. La soddisfazione per le relazioni familiari registra una flessione rispetto al 2020, così come, in misura più marcata, quella per le relazioni amicali, probabilmente in ragione dei prolungati ostacoli posti dalla pandemia alla socialità. La soddisfazione per le relazioni familiari è sempre stata molto alta, superiore a quella di ogni altra dimensione considerata: nel 2021 l’87,1% delle persone di 14 anni e oltre la valuta molto o abbastanza elevata. Solo una quota residuale, il 2,2%, giudica questo tipo di relazioni per niente soddisfacente. Nonostante sia molto elevata, rispetto agli anni passati si riduce la quota di chi si dichiara molto o abbastanza soddisfatto, a vantaggio di coloro che la considera bassa o nulla. In questo ambito gli uomini sono più soddisfatti delle donne (87,8% contro 86,5%). Rispetto all’età, la diffusione della soddisfazione è inversamente proporzionale all’età e, quindi, più elevata nella fascia 14-17 anni (91%) per poi decrescere lentamente fino agli over 75 (85,3%). In quest’ultima classe di età si è avuta la maggiore flessione rispetto al 2020 della quota di soddisfatti, probabilmente perché più colpita dalle restrizioni che l’hanno posta in una condizione prolungata di isolamento.
- Peggiora la soddisfazione per la salute. Sul proprio stato di salute l’81% degli individui di 14 anni e oltre esprime un giudizio positivo (molto o abbastanza soddisfatti) anche se il dato è in lieve diminuzione rispetto al 2020 (81,6%), in particolare nelle classi di età 45-54 (dall’86,0% all’84,0%) e 65-74 anni (dal 74,4% al 71,9%). Nel complesso, la soddisfazione per questo aspetto della vita diminuisce al crescere dell’età e raggiunge il minimo nella classe dei 75enni e più (59,1%). Le donne dichiarano una soddisfazione minore degli uomini: sono molto o abbastanza soddisfatte per il proprio stato di salute nel 78,8% dei casi rispetto all’83,2% degli uomini. La differenza tra i sessi è marcata nella classe degli over 75. La soddisfazione per il proprio stato di salute è più alta al Nord che nelle altre ripartizioni: l’82,5% contro il 78,4% del Mezzogiorno. Il Centro presenta una quota di persone molto o abbastanza soddisfatte pari all’81,6%. In questo ambito, rispetto al 2020 si ha una flessione della quota di persone soddisfatte soprattutto al Nord.
- Forte impatto della pandemia sulla soddisfazione per il tempo libero. La soddisfazione per il tempo libero riguarda una porzione di popolazione molto più contenuta se confrontata con gli aspetti della vita quotidiana finora considerati. In media, si dichiara molto o abbastanza soddisfatto il 56,5% della popolazione. Rispetto al 2020, la quota di soddisfatti subisce una forte flessione (era al 69,3%), in particolare tra i giovanissimi (14-19 anni), specialmente se donne. La soddisfazione per il tempo libero è più diffusa nelle fasce giovanili, si riduce all’aumentare dell’età per poi riprendere tra le persone di 60 anni e più in relazione all’entità dei carichi di lavoro e delle responsabilità familiari nel corso della vita.
- Diminuisce la soddisfazione lavorativa, soprattutto femminile. Nel 2021 il 77,5% degli occupati dichiara di essere molto o abbastanza soddisfatto del proprio lavoro. Rispetto al 2020 la quota dei soddisfatti risulta in diminuzione (era il 79%). La flessione è più evidente al Sud dove la soddisfazione registra un calo superiore alla media nazionale (dal 78,2% nel 2020 al 75,4% del 2021). Uomini e donne, che nel 2020 avevano espresso lo stesso livello di soddisfazione per il lavoro, tornano a differenziarsi nel 2021 per il maggior calo femminile. Per le donne, infatti, la soddisfazione scende al 76,6% contro il 78,2% degli uomini. Il calo si verifica soprattutto tra le lavoratrici del Nord e i lavoratori del Mezzogiorno.
- Stabile la soddisfazione per la situazione economica personale. Nei primi mesi del 2021 si mantiene stabile al 58,3% la quota di persone di 14 anni e più che si dichiara molto o abbastanza soddisfatte per la situazione economica personale. Non emergono differenze significative di genere. Rispetto al 2020 la soddisfazione cresce per la classe degli over 75 (dal 61,8% al 64,5%), specialmente se donne (dal 58,6% al 62,6%).
- Segnali di peggioramento per la situazione economica familiare. I giudizi sulla percezione della situazione economica a livello familiare evidenziano qualche segnale di peggioramento. La maggioranza delle famiglie giudica invariata la propria situazione economica negli ultimi 12 mesi, anche se rispetto al dato dell’anno precedente si registra un calo (il 61,5% contro il 62,8% del 2020). In leggero aumento la percezione di peggioramento (il 30,5% rispetto al 29,1% del 2020).
- Ancora adeguate alle proprie esigenze le risorse economiche familiari. Il giudizio delle famiglie sul livello di adeguatezza delle loro risorse economiche completa quello sulla valutazione della situazione economica. Cresce la quota di famiglie che valuta ottime o, perlomeno, adeguate alle proprie esigenze le risorse economiche di cui dispone la famiglia: (68,3% contro 66% del 2020). La valutazione positiva delle risorse economiche familiari è dovuta soprattutto alla crescita della componente di chi ritiene le risorse familiari adeguate. Nel Mezzogiorno la quota di famiglie che valuta ottime o adeguate le proprie risorse passa dal 61,7% del 2020 al 64,8% del 2021, al Centro dal 66,3% al 68,3% e al Nord dal 68,7% al 70,8%.
- Fiducia verso la gente più bassa al Sud. Il dato della fiducia verso il prossimo mostra come nel 2021 la cautela sia l’atteggiamento predominante. Alla domanda se ci si possa fidare della maggior parte delle persone oppure bisogna stare molto attenti, il 72,7% delle persone risponde che “bisogna stare molto attenti”, mentre il 25,5% è orientato a un atteggiamento di fiducia. Nonostante il prevalente atteggiamento di prudenza, rispetto al 2020 emerge un aumento della fiducia (era il 23,2% nel 2020). La fiducia verso la gente cresce procedendo da Sud a Nord. Nel Mezzogiorno, infatti, il 21,5% della popolazione di 14 anni e più ritiene che gran parte della gente sia degna di fiducia, al Centro è il 26,7% fino a raggiungere il 27,9% nelle regioni settentrionali. Le donne hanno più fiducia degli uomini nelle forze dell’ordine e nei vicini di casa mentre non emerge alcuna differenza di genere nei confronti degli sconosciuti.