di Fabrizio Floris. Pubblicato in Il Mulino del 20 giugno 2022.
Le recenti indagini nei confronti di 191 docenti universitari hanno suscitato reazioni di sdegno «per l’eccessivo risalto mediatico» perché si tratta solo «dello 0,33%» dei 57.000 docenti universitari italiani, ma è ovviamente un fatto che segnala un problema più ampio e le mancate denunce non sono un indice di un buon sistema di selezione. Lo scandalo è in sé una buona notizia perché significa che l’università gode di una buona reputazione e per questo «fa notizia» perché l’aspettativa dell’opinione pubblica è alta: gli universitari non sono considerati solo dispensatori di nozioni, ma maestri, liberi pensatori che possono orientare il Paese pertanto il loro processo di reclutamento è un fattore strategico per l’Italia.
Tuttavia, è bene sapere che il concorso dei docenti universitari in Italia non esiste. Quello che si celebra è solo l’atto formale di un processo di selezione che avviene dentro i dipartimenti oggi e che prima avveniva dentro le facoltà. Quando si arriva all’esame l’esito è già deciso: il vincitore è noto. Questo premia in linea di massima brave persone, competenti, ma non i migliori, i più innovativi.
segnalato da Alessandro Bruni