di Andrea Grillo. Insegna Teologia dei sacramenti e Filosofia della Religione a Roma, presso il Pontificio Ateneo S. Anselmo. Pubblicato nel blog dell'autore e in Munera il 18 giugno 2022.
La chiesa cattolica si interessa del matrimonio da molti secoli, ma ha pensato di gestirlo in prima persona soltanto negli ultimi 500 anni. Questo sviluppo moderno, che ha portato ad unificare, sotto la competenza ecclesiale, ogni dimensione del matrimonio, fino a rivendicare la “competenza esclusiva” della Chiesa contro lo stato liberale, ha anche ispirato una duplice deriva, che poggia solidamente sulla tradizione, ma che anche la esaspera e la porta a conseguenze non controllabili.
Il matrimonio ha a che fare con le cose estreme. Ha in sé un eccesso. Per questo è stato collocato, già nei primi elenchi dei sette sacramenti, allo stesso tempo, in testa e in coda, all’inizio e alla fine, al primo e all’ultimo posto. Ha un primato temporale e simbolico che lo fa primeggiare ed ha un legame con la divisione e con la alterità che lo mette in fondo. Da un lato dice la unione e la unità come nessun altro. D’altro canto mette alla prova ogni intesa e ogni progetto come nessun altro. Nel matrimonio la natura è grazia e la grazia si riconosce natura.
segnalato da Alessandro Bruni