di Riccardo Bonacina. Giornalista, fondatore di Vita.it. Pubblicato nel blog dell'autore e in Vita.it del 15 giugno 2022.
I russi che ormai hanno quasi completamente circondato Severodonetsk, ieri offrivano un «corridoio umanitario» per i civili. Corridoio umanitario tra virgolette, come scrivono gli inviati più accorti, anche se davvero non bisognerebbe neppure chiamarli così. Il prezzo da pagare è infatti lo stesso che prevaleva a Mariupol sino allo scorso 20 maggio: accettare di essere trasferiti nelle zone controllate delle milizie filorusse del Donbass passando da “campi di filtraggio” di cui si sa ancora poco. Oggi il campo per gli sfollati dovrebbe essere a Svatovo, una sessantina di chilometri più a nord-est, nel Lugansk separatista.
«La Russia farà di tutto per sostenere i bambini orfani del Donbass». Prendendo a modello la più stantia propaganda sovietica (affermando anche di non escludere la possibilità di reintrodurre il titolo onorario di «Madre eroica» che in epoca sovietica veniva attribuito alla madri che partorivano o crescevano molti figli), Vladimir Putin prova a rivestire con una patina di umanità quello che ormai è l’ennesimo dramma provocato dall’invasione dell’Ucraina: la deportazione di decine e decine di migliaia di minori ucraini rimasti orfani a causa della guerra oppure strappati alle famiglie e trasferiti nel territorio nemico per essere adottati da famiglie russe.
segnalato da Alessandro Bruni