da Redattore sociale del 31 maggio 2022.
Liang (nome di fantasia) è arrivato a casa di Sabrina ad aprile del 2020 ed è andato via il 4 agosto. Se quella partenza sia stata un bene o un male per lui è difficile da stabilire, ma si è lasciato tanto dolore e sconcerto alle spalle. Sabrina, la sua mamma affidataria per quei mesi, ancora non riesce a metabolizzare l’accaduto. Per lei quella rinuncia è un fallimento personale, un’insolvenza che non riesce a perdonarsi. Liang non è il primo bambino che Sabrina e suo marito prendono in affido. Hanno due figli biologici di 31 e 29 anni e oltre 10 anni di esperienza come genitori affidatari. Per casa loro sono passati diversi ragazzi in affidamento temporaneo fino a che, circa quattro anni fa, è arrivato Marco (anche questo è un nome di fantasia), un bambino italiano di otto anni con la sindrome fetoalcolica e un grave ritardo cognitivo. Marco ha alle spalle un percorso tormentato, ma stando con Sabrina fa grandi progressi e, soprattutto, si rassicura.
Anche Sabrina è serena, si sente forte, le piace essere utile, si sente in grado di prendersi cura di un secondo bambino oltre a Marco. “Nel 2019 i servizi sociali ci prospettano la possibilità di prendere in affido un piccolo con una disabilità molto grave – racconta –. Ha una patologia cerebrale emersa fin dalla nascita, non cammina e non parla. Ma tra il 2019 e il 2020, quando arriva a casa nostra, la sua situazione peggiora. Fino a che è stato con la mamma riusciva a mangiare se imboccato, ma da quando è andato a vivere in comunità la sua condizione generale è peggiorata: gli è stato messo il sondino e, insieme alla capacità di mangiare, ha perso la maggior parte delle sue abilità, compresa quella di interagire con gli altri”.
segnalato da Alessandro Bruni