di Luigi Viviani. Sguardi al futuro politico.
Alcuni rilevanti fatti, che hanno caratterizzato la politica recente a livello nazionale e locale, stanno riproponendo il problema della presenza e del ruolo dei cattolici in politica, con considerazioni che mettono in discussione i criteri tradizionali con i quali è stata valutata la loro funzione in tale ambito.
Da un lato la crisi del governo Draghi la cui politica in Italia, in Europa e all’estero ha spesso richiamato alcuni aspetti della Dottrina Sociale cristiana per quanto attiene la promozione della dignità umana nella lotta alla pandemia, nella qualità dello sviluppo e del lavoro nella crisi inflazionistica in corso, nella concreta manifestazione della solidarietà internazionale contro l’aggressione russa all’Ucraina, come via per costruire un nuovo ordine globale.
A livello locale la vittoria di Damiano Tommasi nelle elezioni comunali è stata interpretata da molti come una certa ripresa del protagonismo dei cattolici in politica. Tuttavia, questa presenza viene valutata nelle forme politiche e culturali del passato per cui si parla di nuovo centrismo cattolico o di nuovo rilancio culturale del cattolicesimo democratico, avendo a riferimento un insieme di pensiero e azione moderati e responsabili, che porta inevitabilmente a rimpiangere il passato.
Nella realtà di oggi la politica deve invece affrontare una serie di problemi inediti, con conseguenze del tutto nuove, difficili da comprendere e tanto più da regolare. Pensiamo agli effetti della pandemia e della guerra sulle nostre democrazie in crisi per la difficoltà di decidere e di funzionare:
- A uno sviluppo economico condizionato dall’inflazione e fattore di non rispetto della dignità del lavoro e produttore di crescenti disuguaglianze sociali.
- All’intervento pervasivo della tecnologia nella vita umana e sociale con forti limitazioni e condizionamenti della libertà personale e della democrazia sociale.
- Alla rottura del vecchio ordine mondiale con la politica internazionale che ha perso la capacità di intervento e di regolazione efficace, come dimostra la guerra russo-ucraina senza prospettive di soluzione.
In questa situazione di difficile novità spesso la politica praticata si affida alla semplificazione del populismo, cioè del rapporto diretto leader-popolo, contando che in tal modo si possano superare le incertezze e i problemi della democrazia rappresentativa. Sul piano dei rapporti economici e politici verso l’esterno, alle sfide della globalizzazione e dell’Europa, si preferisce tutelare prioritariamente gli interessi nazionali.
Di fronte a questa semplicistica chiusura della politica prevalente, i cattolici non manifestano particolari difficoltà e distinzioni tanto che le statistiche più recenti li danno distribuiti, più o meno in ugual percentuale, in tutti i diversi partiti, e poiché nel nostro sistema politico il centrodestra risulta maggioritario rispetto al centrosinistra, i cattolici risultano altrettanto in maggioranza inseriti in quella parte.
Fermo restando il rispetto delle scelte dei singoli, il rapporto tra i cattolici italiani e la politica oggi appare segnato da alcuni aspetti che in buona parte spiegano la loro sostanziale ininfluenza. Va innanzitutto constatato che nella media dei cattolici impegnati in politica manca un adeguato approfondimento del significato e del valore dei processi innovativi che si tanno verificando nel nostro Paese, in Europa e nel mondo, alla luce dei valori evangelici e della nostra Costituzione che li incarna positivamente. Questo porta a ridurre la qualità e l’identità delle scelte politiche e ad assumere acriticamente quelle prevalenti nel proprio partito politico. In tal modo avviene più facilmente che alcune scelte come quelle riguardanti i diritti di libertà della persona la qualità e gli interessi della famiglia e dei figli, della scuola, del lavoro e degli immigrati, assumano spesso aspetti negativi e discriminatori che contraddicono clamorosamente la loro identità.
In secondo luogo, risulta sempre più in crisi la pratica della laicità della politica. Anziché prendere atto che le scelte politiche riguardano l’interesse di tutti i cittadini, non sempre possono coincidere pienamente con i valori cattolici che rimangono minoranza nel Paese, il politico cattolico deve sempre cercare soluzioni nelle quali sia presente l’ispirazione cristiana e quando ciò sia insufficiente rimane sempre la sua rigorosa testimonianza personale come via inequivocabile per affermare la propria coerenza.
Nella pratica, ritorna invece in auge l’idea che il compito dei cattolici in politica sia quello di testimoniare i principi cristiani facendo precise battaglie per la loro difesa, contro gli attacchi provenienti da più parti, in particolare da sinistra. Meglio se tale difesa conflittuale viene realizzata in modo organizzato tramite un raggruppamento sedicente cattolico, e questo spiega la permanente tentazione di dar vita a qualche partitino, cattolico di nome. ma inevitabilmente vocato alla strumentalizzazione e alla subalternità.
Infine, un altro aspetto che viene spesso sottovalutato riguarda il valore e le prospettive dell’Europa, come via e strumento essenziale per risolvere in modo più adeguato i nostri problemi e partecipare da protagonisti alla definizione delle coordinate culturali e politiche del nuovo ordine globale, che anche le recenti vicende belliche richiamano come necessario per un futuro di pace.
Rimango convinto che basterebbe una convinzione diffusa su questi pochi aspetti da parte dei cattolici per migliorare in modo significativo la qualità della politica. Ma non si tratta di un obiettivo facilmente raggiungibile perché sappiamo che gli attuali limiti dei politici cattolici coincidono, più o meno, con le convinzioni di gran parte della gerarchia cattolica, preti e alcuni vescovi, per cui si tratta di superare questo paralizzante meccanismo di legittimazione reciproca. In ogni caso i cambiamenti della società e della politica richiedono modalità di presenza e di responsabilità dei cattolici del tutto nuove, dove i vecchi schemi risultano definitivamente superati.
Serve una nuova identità cattolica fatta di convinzioni approfondite, di una nuova disponibilità all’impegno per acquisire conoscenza e competenza, e al dialogo per assumere precise responsabilità nelle scelte in cui si crede, pagando i prezzi necessari per la loro realizzazione.