di Melanie Schell. Intervista a Sabina Misoch. Istituto di gerontologia (IAF) di San Gallo della Svizzera orientale. Pubblicato in Swiss Life del 31 gennaio 2022.
Viviamo sempre più a lungo. Secondo gli esperti, una persona su due della Generazione Z, ossia dei nati intorno all’anno 2000, riuscirà a raggiungere l’età di 100 anni. Quali saranno le ripercussioni sulla nostra società? Come invecchieremo in futuro? Quali innovazioni tecnologiche ci aiuteranno a vivere più a lungo in piena libertà di scelta? A queste e ad altre domande risponde la prof. Sabina Misoch, gerontologa.
Dal punto di vista sociologico, la vecchiaia inizia con il passaggio dalla vita professionale al pensionamento, di regola all’età di 64 o 65 anni. Dal punto di vista scientifico, invece, la “vecchiaia” come capitolo della vita si divide in quattro fasi: la prima inizia già al superamento dei 50 anni, età in cui si inizia a confrontarsi con il tema della vecchiaia. La seconda inizia con il pensionamento. In genere, i neopensionati sono sani e vitali e possono strutturare questa nuova fase della loro vita in modo autonomo e attivo. Nella terza fase, la cosiddetta “età fragile”, è già necessario un certo sostegno. Nell’ultima fase, quella dell’“alta fragilità”, non si può più fare a meno di assistenza. Se le cure a casa non sono possibili, l’anziano vive in un istituto che fornisce l’assistenza necessaria. Inoltre, quest’ultima fase è quella in cui ci si prepara lentamente alla fine della vita.
segnalato da Alessandro Bruni