di Sorina Soare. Università di Firenze. Pubblicato in Paradoxa forum del 21 luglio 2022.
Malgrado l’eterogeneità della galassia dei populismi (europei) – per dettagli si veda M. Zulianello (2020) – la necessità condivisa di tutelare la sovranità popolare potrebbe indurci ad una rapida deduzione: i populisti davanti al conflitto in Ucraina dovrebbero schierarsi con il paese aggredito e con il Presidente Zelenski legittimamente eletto dal suo popolo. Una tale deduzione risulta subito troppo semplice e semplificatrice. Infatti, non è un dettaglio il fatto che, seppur con qualche eccezione, l’insieme dei populismi europei si sia trovato in un certo imbarazzo dovuto alla cosiddetta Russian connection.
Negli ultimi decenni, numerose testate giornalistiche hanno messo in evidenza almeno due filoni di interazione fra la Russia e alcuni dei rappresentanti populisti europei: (1) una dimensione di appoggio economico-finanziario e (2) una dimensione di sintonia culturale e valoriale, prevalentemente in chiave anti-americana (si veda anche anti-Israele). Non sorprendono allora le posizioni di appoggio alla politica di Mosca nel contesto post-annessione della Crimea da parte di eletti e leader populisti. Possiamo anche ricordare i voti nell’arena parlamentare europea contro la condanna delle violazioni dei diritti umani a Mosca.
segnalato da Alessandro Bruni
Commento di Gianfranco Pasquino. Brava Sorina Soare. Aggiungerei e ripeterei senza fine e senza nausea che i populisti hanno una (in)certa concezione della democrazia: prostrazione e servilismo per il loro amato leader. Il resto è risibile manipolazione nella quale guazzano infangando quel che sta loro intorno.